Parlando di Ron Galella, Andy Warhol ebbe a dire: “Una buona foto deve ritrarre un personaggio famoso che sta facendo qualcosa di non famoso. Ecco perché il mio fotografo preferito è Ron Galella”. A Conegliano, Palazzo Sarcinelli ospita, fino al 29 gennaio 2023, una mostra con oltre 180 fotografie di Ron Galella, il più famoso paparazzo della storia della fotografia, scomparso il 30 aprile scorso all’età di 91 anni. Si tratta della prima retrospettiva al mondo del grande fotografo statunitense di origini italiane, dopo la sua morte. La mostra, organizzata e prodotta da SIME BOOKS in collaborazione con la Città di Conegliano, è a cura di Alberto Damian, agente e gallerista di Galella per l’Italia. La rassegna è un percorso nella memoria di un’epoca, con icone universali del cinema, dell’arte, della musica, della cultura pop e del costume, e si snoda attraverso sale tematiche, accogliendo anche un estratto di Smash His Camera di Leon Gast, il documentario sulla lunga carriera di Galella premiato al Sundance Film Festival del 2010. Il clou dell’esposizione è la sala interamente dedicata a Jackie Kennedy Onassis, che Galella definiva “la mia ossessione” e alla quale aveva dedicato due libri. (In apertura John Lennon e Mick Jagger. 13 marzo 1974, Century Plaza Hotel Los Angels, seconda edizione del premio alla carriera dell’American Film Institute, in onore di James Cagney).
Galella era nato a New York nel Bronx nel 1931 da padre italiano originario di Muro Lucano in Basilicata e madre italoamericana. Dal 1965 in poi, Ron Galella ha inseguito, stanato e fotografato i grandi personaggi del suo tempo, riuscendo a coglierli nella loro straordinaria quotidianità, agendo quasi sempre di sorpresa, a loro insaputa e spesso contro la loro volontà. Immagini rubate e scattate a raffica, frutto di appostamenti, depistaggi, camuffamenti, inseguimenti, lunghe attese, nello sprezzo di ogni rischio, fisico o legale. Jackie Kennedy negli anni ’70 gli intentò due cause, le guardie del corpo di Richard Burton lo picchiarono e gli fecero passare una notte in galera a Cuernavaca, Messico. Marlon Brando con un pugno gli spaccò una mascella e cinque denti, ma poi gli pagò anche un salatissimo risarcimento attraverso i suoi avvocati. Galella è stato soprannominato Paparazzo Extraordinaire da Newsweek e Il Padrino dei paparazzi americani da Time e Vanity Fair. Le sue foto sono conservate nei più importanti musei al mondo, dal MOMA di New York all’Andy Warhol Museum di Pittsburgh, dalla Tate Modern di Londra all’Helmut Newton Foundation di Berlino. Non c’è un grande personaggio del jet-set internazionale di quel periodo che Galella non abbia fotografato. Il suo archivio di oltre 3 milioni di scatti è pieno di scatole di fotografie – per la maggior parte in bianco e nero – di attori, musicisti, artisti e celebrità di ogni tipo. Per citarne solo alcuni: Jacqueline Kennedy Onassis, Lady Diana, Aristotele Onassis, Truman Capote, Steve McQueen, Robert Redford, Paul Newman, Elizabeth Taylor, Richard Burton, Al Pacino, Robert De Niro, Greta Garbo, Liza Minelli, Madonna, Elton John, John Lennon, Mick Jagger, Diana Ross, Elvis Presley, David Bowie. E poi gli italiani: Sophia Loren, Claudia Cardinale, Federico Fellini, Anna Magnani, Luciano Pavarotti, Gianni Agnelli, Gianni e Donatella Versace.
Condensare in sole 180 fotografie il lavoro del più famoso, prolifico e straordinario Paparazzo della storia della fotografia è un’impresa praticamente impossibile. Il suo archivio è talmente esteso che i suoi stessi collaboratori, quando aprono le scatole che contengono le stampe originali o quando visionano i provini a contatto stampati
da Galella nel corso degli anni, scoprono talora degli scatti, alternativi a quelli più conosciuti e pubblicati, altrettanto validi per composizione e forza espressiva. Si è deciso pertanto, con il fotografo ancora in vita (si è spento improvvisamente il 30 aprile scorso, quando la preparazione della mostra era già iniziata da qualche mese), di costruire questa sua prima grande mostra italiana partendo dalla selezione da lui operata per il suo ultimo libro (che raccoglie i suoi 100 scatti più iconici – e che in occasione della mostra è stato pubblicato in italiano dalla casa
editrice SIME BOOKS con il titolo 100 fotografie iconiche. Ron Galella. La mia retrospettiva).
Alberto Damian – Curatore della mostra