A dieci anni dalla scomparsa, la mostra Gillo– Cinema, utopie, battaglie e passioni di Gillo Pontecorvo, che si può visitare a Roma presso il Teatro dei Dioscuri al Quirinale fino all’11 dicembre 2016, è un percorso nella vita di un grande viaggiatore, di cui racconta le molteplici vite: regista, ma anche organizzatore culturale, militante politico, partigiano, musicista, cultore del tennis e di botanica…E uomo instancabile di relazioni: professionali, affettive, amicali (nell’immagine di apertura il regista con Picasso). L’esposizione è curata da Claudio Libero Pisano, con la collaborazione di Simone Pontecorvo. Il percorso espositivo segue un andamento non lineare, ma analogo e ‘a palinsesto’ al corso delle tappe di vita di Pontecorvo, attraverso un racconto intessuto con 400 fotografie – di cui moltissimi gli inediti – provenienti dall’Archivio Pontecorvo, e dall’Archivio Luce e del Museo Nazionale del Cinema di Torino, e sorprendenti filmati inediti, documenti, e testi che attraverso le parole di Gillo e di chi di lui ha scritto, connettono le diverse sezioni della mostra. Sezioni che seguono una serie di ‘voci’ ideali, che sono Infanzia, Apprendistato (con immagini straordinarie dei suoi incontri e avventure da esule, in seguito alle leggi razziali del 1938, a Parigi e poi a Saint Tropez, accanto a figure come Sartre, Picasso, Stravinskij. Berlinguer… la pratica da professionista del tennis, il sogno di diventare musicista – una passione perenne che sarà fondamentale per il suo cinema – l’avvicinamento alla politica. Un vero e personale romanzo di formazione nel, e del Novecento), Resistenza (con testimonianze e foto del suo impegno attivo e in prima linea tra Lombardia e Piemonte, sotto il nome di battaglia di Barnaba).
Una parte ricca e centrale è quella del binomio Film realizzati – Film non realizzati. Pontecorvo è stato regista di un corpus di film visti e amati nel mondo. Di quest’opera si troveranno memorie, provini (tra cui quelli per selezionare la protagonista di Kapò, dove emerge un filmato con Claudia Cardinale – che non partecipò al film – sorprendente) testi originali, lettere, scatti inediti dei set: un’immersione dentro una grande storia di cinema, mentre viene realizzata. Ma Pontecorvo è anche l’autore di un numero non precisabile, avvincente e spesso poco conosciuto di film non realizzati: progetti inseguiti, scritti, studiati, preparati, e poi abbandonati, attesi, respinti, lasciati andare. Amati e non portati a termine con la stessa dominante passione di un autore che fece sempre e solo i film che voleva. Di questa parte ‘sommersa’ dell’opera di Pontecorvo la mostra dà un risalto senza precedenti, e fa toccare con mano il laboratorio ideale e pratico del suo cinema. Il visitatore può così imbattersi in istantanee e parole su un progetto di film sulla figura di Cristo, I tempi della fine; o un film intitolato Magia per il quale Pontecorvo sperimentò l’LSD. Un film propostogli a sorpresa da Marlon Brando sui Sioux, poi abbandonato per volere della produzione americana, ma grazie al quale Pontecorvo visse per un mese presso una riserva indiana. Un film sull’arcivescovo Romero ucciso in Salvador. Un progetto sulla Mafia, agli inizi degli anni ’80, dopo averne parlato con Giovanni Falcone; un film sul subconscio … Un ventaglio di cinema potenziale, di cui si possono ammirare folgoranti momenti, come l’audio di una conversazione telefonica tra Gillo e Brando, le apparizioni in foto di Nastassja Kinski e Francesca Neri per un provino, una ‘sciata’ su un balcone newyorchese insieme a Jerzy Kosinsky, il mitico scrittore di Oltre il giardino e di quell’Uccello dipinto da cui trarre un film. Poi non realizzato. E tanto altro ancora.