Arrivare al cuore delle cose: al CSAC Parma Nuove figure in un interno

Un affresco corale, ma anche molta solitudine. Frammenti di vite che ci  rivelano quanto di (stra)ordinario si nasconde dietro ogni esistenza. Immagini che raccontano come eravamo, come siamo, con disincanto, ma anche con una sorprendente qualità affettuosamente «umana». Fino al 19 maggio nella Sala delle Colonne dell’Abbazia di Valserena, sede dello CSAC Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma, si può visitare la mostra Nuove figure in un interno a cura di Paolo Barbaro, Cristina Casero e Claudia Cavatorta, nell’ambito dell’edizione 2019 di Fotografia Europea dal titolo Legami. Intimità, relazioni, nuovi mondi. La mostra, interamente costruita con opere provenienti dagli archivi dello CSAC di autori quali Gianni Berengo Gardin, Carla Cerati, Giovanni Chiaramonte, Mario Cresci, Luciano D’Alessandro, Luigi Ghirri, Guido Guidi, Marzia Malli, Paola Mattioli, Giovanna Nuvoletti, ruota attorno alla trasformazione – che avviene nel corso degli anni Settanta – del racconto della dimensione intima degli individui, la cui identità sociale risulta profondamente modificata dai mutamenti di visione che le ‘rivoluzioni’ del decennio precedente hanno portato con sé. In apertura Carla Cerati, Case di ringhiera .1977.

Gianni Berengo Gardin, Umbria (Dentro le case), 1977.

 

Si impongono anche in ambiti fotografici non espressamente caratterizzati da intenzionalità di denuncia, gli esiti del reportage militante e l’interesse per particolari temi: la liberazione sessuale, le lotte di genere, il rovesciamento degli schemi tradizionali del modo di intendere la famiglia e le relazioni, la messa in discussione delle gerarchie sociali e il conseguente emergere, con ruoli di protagonisti, di nuovi gruppi sociali. Sono tematiche che incidono in modo evidente sulla produzione fotografica ed editoriale, cioè in spazi all’interno dei quali gli elementi tradizionali (interni domestici, momenti di vita quotidiana, oggetti di uso comune, quadri di vita familiare e di comunità ristrette) si combinano in composizioni rette da un linguaggio profondamente trasformato, anche in virtù di riflessioni che in quel periodo erano parallelamente condotte in ambito artistico e fotografico.

Marzia Malli, matrimonio, 1977-78.

 

Mario Cresci, Interno a Barbarano Romano,1979.