Fino al prossimo 27 settembre è possibile visitare Jeff Koons: A Retrospective l’esaustiva personale (un centinaio di opere dagli anni Settanta a oggi) che il Guggenheim di Bilbao dedica al versatile artista stetunitense, il profeta del kitsch e del pop, il grande sacerdote dell’effimero, che si è confrontato con i nuovi volti della felicità, della bellezza, della sessualità nella società dei consumi. Molte opere fanno parte di celebri cicli come The New, Equilibrium, Luxury and Degradation, Statuary, Made in Heaven, Banality e Celebration ci accompagnano alla (ri)scoperta dell’artista nato nel 1955 a York (Pennsylvania) e conosciuto da noi (anche) per avere sposato Ilona Staller.
Con The New l’artista ridefinisce il ruolo di alcuni oggetti casalinghi, cose che ormai utilizziamo senza vedere. Sono gli apparecchi per la pulizia che vengono trasformati, trasfigurati in simboli di purezza e novità. L’artista pone la sua attenzione solo su aspirapolvere e accessori della marca Hoover proposti fra tubi al neon, messi sotto plexiglas quasi fossero cose preziose, reinventati come oggetti seduttivi. Invece in Banality l’attenzione viene rivolta ai soggetti popolari delle rivista, al mondo delle cartoline e dei giocattoli, riletti come barocche post-icone che ci aiutano ad accettare la nostra banalità. Di questa serie è leggendaria l’imponente scultura in porcellana Michael Jackson e Bubbles considerata da Koons come la sua “Pietà contemporanea”. A chiudere la rassegna c’è Celebration, fra le serie più quotate dell’artista, che si compone di una ventina di dipinti a olio e sedici sculture di grande formato. Qui Koons esalta l’infanzia, si occupa di famiglia, lavora sul vissuto infantile (i palloncini, i costumi delle vacanze). Da sempre convinto di essere portatore di un’arte accessibile a ogni spettatore, l’artista accoglie i visitatori fuori dal museo con Puppy, una colossale scultura floreale composta da alcune migliaia di piante vere che formano un gigantesco terrier.
Privo dell’alone dell’inaccessibilità di certa arte contemporanea, il lavoro di Koons trae la sua ispirazione da innumerevoli fonti: il surrealismo, il dadaismo e la Pop art sono presenti nel suo retroterra, nella sua formazione. Uno dei motivi del suo grande successo risiede nel fatto che la sua opera è facilmente riconoscibile e ciò la rende attraente per il grande pubblico che si sente gratificato. Oggi la sfida di Jeff Koons è fare coesistere, in apparente armonia, concetti antagonisti come: la e la morte, il passato e il presente, la sessualità e l’innocenza, il lusso e l’austerità, il pubblico e il privato, il maschile e il femminile.