Verrebbe da dire, il solito pasticcio all’italiana: a Parma il Teatro del Cerchio, attivo dal 2003 e capace anno dopo anno di fidelizzare e consolidare il numero di spettatori, si è trovato costretto a interrompere la stagione teatrale. Ecco i fatti: nel 2015 il Teatro, convenzionato con il Comune, scopre da un articolo di giornale, che la sede in cui si trovava, all’interno della scuola Anna Frank, sarebbe stata interessata da lavori di ristrutturazione. Si parla di un nuovo teatro, in via Pini, ma le cose vanno per le lunghe e si arriva al maggio 2019 quando il Cerchio viene sfrattato dalla scuola, ma non può accedere alla sede definitiva. Già perché per il teatro di via Pini, inaugurato lo scorso dicembre (e quindi evidentemente a norma), ancora non è stato pubblicato il bando di assegnazione. Il Cerchio viene quindi ospitato temporaneamente (dietro pagamento di un affitto) nell’Auditorium Toscanini, la stagione 2019-2020 inizia con produzioni (l’ultima, Il viaggio della vecchia signora, è andata in scena il 1 febbraio registrando il tutto esaurito) e ospitalità, ma lo scorso 23 gennaio il direttore artistico Mario Mascitelli indice una conferenza stampa straordinaria per comunicare che la stagione teatrale verrà interrotta per causa di forza maggiore a partire dal 2 febbraio. Già perché l’Auditorium aveva precedenti accordi per una serie di eventi che si svolgono nei fine settimana. Il Cerchio ha quindi dovuto gettare la spugna «davanti alla mancanza di una risoluzione programmata». Continueranno i corsi di formazione (18 al momento quelli attivi) e gli spettacoli di teatro ragazzi, mentre la solidarietà si è subito messa in moto: al teatro Verdi di Busseto, per esempio, partirà una rassegna di teatro ragazzi dal titolo “Tutti giù dal Palco – il Cerchio Magico”, in collaborazione con il Teatro del Cerchio.
Stupisce però che l’amministrazione di Parma non si sia fatta carico di trovare una soluzione, ancor di più nell’anno in cui la città è diventata Capitale della cultura. Un Teatro, peraltro, che ha una lunga e apprezzata tradizione di spettacoli per ragazzi, e che accanto alle sue produzioni negli anni ha ospitato le principali realtà off della scena italiana: da Licia Lanera alla Compagnia Frosini/Timpano, da Unterwasse a Carullo-Minasi, da Antonella Questa a Silvia Gallerano a Roberto Abbiati solo per fare qualche nome.
Sacrosanta è la difesa del Teatro delle Briciole – e dei suoi lavoratori – dopo che la direzione artistica è stata sfiduciata lo scorso giugno dalla Fondazione Solares senza preavviso (ma c’è più di un’ombra sulla gestione della parte economica come hanno rivelato i sindacati, cfr. articolo). C’è stata in questo caso una vera mobilitazione del mondo culturale sfociata nella menzione speciale di solidarietà ai premi Ubu 2019 a Flavia Armenzoni, Beatrice Baruffini e Alessandra Belledi, ma non si possono trascurare realtà più piccole, virtuose e altrettanto importanti. Tanto più che Michele Guerra, assessore alla cultura del Comune di Parma, in un’intervista recente ha affermato che uno degli obiettivi «è far crescere il desiderio di cultura e partecipazione in una città che, dal punto di vista della fruizione non è così assidua». Allora perché non supportare una realtà come il Teatro del Cerchio che promuove la cultura ed è frequentata assiduamente dal pubblico?