Martedì 29 alle 20.45 all’Auditorium del Centro Culturale San Fedele di Milano si svolgerà una serata per ricordare Ezio Alberione, il 31 marzo ricorre il decennale della sua scomparsa. Verrà proiettato
Rocco e i suoi fratelli di Luchino Visconti (Italia, 1960), nell’edizione integrale e restaurata (biglietto 7€).
Ci restano i ricordi, piacevoli, irrinuciabili, felici, di un pezzo di cammino fatto insieme. Ci tengono caldo, ci fanno andare avanti, finché ci sono i ricordi c’è la vita. Con Ezio – per la rivista e per accumulare progetti, diagnosi, riflessioni, citazioni- ci sentivamo praticamente tutti i giorni. Un appuntamento fisso. Eravamo affiatati, leggeri, ironici, efferati, noiosi…Era bellissimo. Poi è stato tutto cancellato. Me lo ricordo cosa stavo facendo quando mi hanno chiamato per dirmi che non c’era più. Stavo leggendo Casa d’altri di Silvio D’Arzo. Uno scrittore meraviglioso, di un lirismo oggettivo, intoccabile, perfetto. Morto a 32 anni, oggi dimenticato, ma è un gigante. Quella mattina il destino ha unito ai miei occhi Ezio e Silvio. Ma non l’ho detto mai a nessuno, per pudore, perché poteva sembrare una posa. Da dieci anni ho il libro sulla scrivania e quando spostando una pila di volumi, facendo ordine, lo incontro è come se vedessi un vecchio amico con il quale ho condiviso un momento davvero duro. Poi il pensiero va ad Ezio, mi pare di vederlo, e alle volte ringrazio Dio perché ha fatto incrociare le nostre strade.
Fu una sera. Sul finire d’ottobre.
Me ne venivo giù dalle torbe di monte. Né contento, né triste: così. Senza nemmeno un pensiero. Era tardi, era freddo, ero ancora per strada: dovevo scendere a casa, ecco tutto.
(tratto da Casa d’altri di Silvio D’Arzo)