Claudio Bozzatello: Irregolari comincia da Federica Pellegrini

Tempo di Mondiali di nuoto, a Budapest, e per celebrare la super campionessa Federica Pellegrini Rai3 le dedica la prima serata di domenica 23 luglio. È infatti lei la protagonista di Irregolari, prima puntata di una serie di docu-fiction incentrate su personaggi celebri che hanno conosciuto degli alti e dei bassi, ma che nonostante tutto sono riusciti a superare i momenti bui e continuano a essere sulla cresta dell’onda. Forse proprio per questo li amiamo ancora di più, perché accanto alla grandezza indiscutibile, ne intuiamo le debolezze umane. “Irregolare”, però, anche come la messa in onda perché al momento non è dato sapere se ci sarà un seguito di questo progetto per certi versi innovativo nel suo mescolare realtà e finzione che il pubblico dimostra di apprezzare (gli ascolti di Adesso tocca a me in occasione della strage di via D’Amelio parlano chiaro: quasi 3,5 milioni di spettatori e 18,9% di share). Abbiamo incontrato Claudio Bozzatello, regista insieme a Gaetano Vaudo di Irregolari (scritto da Roberto Burchielli con Franca Di Gangi).


Alla base di Irregolari c’è l’idea di rendere più accessibili i personaggi pubblici?

In un’ora e mezza svisceriamo un personaggio sotto varie sfaccettature attraverso una parte di ricostruzione, una parte di interviste e una parte di immagini di repertorio. Per certi versi di tratta di un progetto nuovo, che speriamo possa avere un seguito. L’idea è quella di realizzare delle biografie in maniera un po’ diversa, trasversale, raccontando il passato con la fiction che si amalgama con i materiali di archivio, rendendo il tutto più appetibile e accattivante. Anche perché il pubblico vede sempre più programmi di qualità, penso soprattutto alle serie tv. Il linguaggio è cambiato e Irregolari va in questo senso.

 

Bello questo titolo…

Ci siamo concentrati su personaggi con talenti diversi (dello sport, della recitazione, del ballo, della canzone,…), tutte persone di successo che, però, non hanno avuto una carriera – o una vita – linearissima, hanno dovuto affrontare momenti critici o sono stati attaccati, ma si sono sempre risollevati.

 

Ci puoi fare qualche nome?

Purtroppo no, perché siamo in attesa di sapere se ci saranno altre puntate. Posso però dirti che uno dei grandi a cui avevamo pensato – perché il progetto va avanti da parecchio tempo – era Dario Fo che, purtroppo, è mancato.

 

Come è stata Federica Pellegrini?

Estremamente disponibile, una grande professionista anche in questo caso. Siamo stati con lei tre giorni per realizzare una lunga intervista in cui si racconta, poi abbiamo parlato con le persone a lei vicine: il fratello, il papà, la mamma, la sua vecchia insegnante di scuola, gli amici del mare, Filippo Magnini… La parte di fiction ricostruisce invece il periodo dell’inizio carriera (per esempio quando, per seguire il suo allenatore, si trasferì a Milano dove viveva in appartamento con altre tre compagne di squadra). Accanto a questo ci sono i materiali di archivio Rai con le partecipazioni televisive di Federica perché, dal momento in cui diventa famosa, tutte le trasmissioni se la contendono. Come lei stessa afferma, da una parte le si spalanca davanti un mondo estrememante affascinante, ma dall’altra la gestione non è semplice, soprattutto a causa della sua giovane età.

 

Avrete avuto accesso a una quantità sterminata di materiale…

La ricerca è stata piuttosto complessa perché è tutto materiale Rai che, però, appartiene a compartimenti diversi. La Rai ci ha messo a disposizione il suo archivio, sia quello relativo alle gare, sia quello delle ospitate televisive. In oltre vent’anni di attività della Pellegrini ti lascio immaginare la mole…