A distanza di vent’anni dall’Edipus di Federico Tiezzi e a quasi quaranta dalla storica interpretazione di Franco Parenti, il regista e drammaturgo Leo Muscato riporta in scena e dà nuova vita a Edipus, il testo scritto da Giovanni Testori nel 1977 e che conclude la “Trilogia degli Scarrozzanti” (insieme a Ambleto e Macbetto). In questo terzo capitolo Testori riscrive il mito di Edipo (con Laio che viene ucciso dal figlio e Giocasta che dopo aver commesso l’incesto ammette di averlo apprezzato) attraverso l’uso di una lingua nuova, un miscuglio di dialetto lombardo con termini dal latino e dal francese. Protagonisti della Trilogia sono appunto gli Scarrozzanti, una compagnia di attori ormai ai margini che si ostinano a mettere in scena i classici, stravolgendoli, nei teatrini di provincia. Con il passare del tempo gli attori hanno lasciato la compagnia in cerca di migliore fortuna e così in Edipus il capocomico si ritrova solo ed è costretto a interpretare tutti i ruoli della tragedia. Muscato si affida a uno straordinario Eugenio Allegri che dà voce e corpo al capocomico, a Edipo, a Laio, a Giocasta in maniera esemplare. Uno spettacolo che riconcilia lo spettatore con il piacere di andare a teatro. Ne abbiamo parlato con Leo Muscato.
Come è nato l’incontro con Testori?
È un mio vecchio sogno. Uno dei primi ricordi che ho e che hanno influenzato anche la mia scelta di vita è un libretto di scena donato da Paolo Grassi alla biblioteca comunale di Martina Franca, il paese in provincia di Taranto di cui sono originario. C’erano le immagini dei tre spettacoli di Franco Parenti e per me è stata una folgorazione. Quelle immagini, quelle facce hanno sicuramente condizionato la mia idea di venire a Milano per fare la Paolo Grassi. Poi ai tempi dell’università ho visto l’Edipus di Federico Tiezzi con Sandro Lombardi. Da sempre volevo metterlo in scena e quando mi hanno chiesto una nuova produzione l’ho proposto.
Avevi pensato fin da subito a Eugenio Allegri?
Con Eugenio avevamo fatto una lettura scenica, L’uomo che corruppe Hadleyburg da Mark Twain al festival dei Mondi di Andria. Gli avevo parlato di questo progetto, dicendo che avrei potuto farlo solo con lui.
Come hai lavorato sul testo?
Il lavoro più importante è stato quello sulla drammaturgia. Il testo originario è sterminato, io ho tolto i 4/5 anche perché lo scorso giugno, quando abbiamo fatto la lettura integrale a tavolino, durava quattro ore e mezza. Diciamo che ho eliminato tutta la ridondanza. Ci sono parti anche estremamente forti (per esempio la sodomizzazione nei confronti del padre è raccontata con dettagli molto espliciti). Non ho invece tolto nulla dell’azione che è portata avanti dal testo.
È uno spettacolo che pone l’accento sulla necessità di continuare a fare spettacoli nonostante tutto. Il tema della cultura bistrattata continua a essere di grande attualità.
Il testo ti permette una libertà assoluta e questo è bellissimo. Respiri fortemente gli anni 70, la difficoltà di fare questo lavoro e insieme di dare credibilità e valore a questo mestiere. Poi il finale è sconsolato… Ma passa il messaggio che il teatro “existe e rexisterà contra de tutti e tutto, infino alla finis delle finis”.
È un testo che è anche un grande atto d’amore per il teatro, ci sono continui cortocircuiti tra realtà e finzione. Anche dal punto di vista della regia hai scelto di lasciare i costumi in vista, c’è solo un velo a separare la scena dal fuori scena…
Come indicazione a Eugenio ho detto che doveva immaginare di recitare davanti a delle poltrone vuote, a una platea che non c’è. Ci sono dei tradimenti di questa suggestione nel testo, quando per esempio il capocomico parla al ragazzo – che rappresenta lo spirito del teatro. E poi finisce come inizia, con quest’uomo che in quel teatro ci dorme pure, su una sedia con la scritta “Fragile”… Il dubbio che magari non lo veda nessuno è insito nel testo, ma nonostante tutto lui va in scena.
Edipus ha più di un punto di contatto con Nati sotto contraria stella, uno dei tuoi primi
spettacoli, per atmosfera, mescolanza di registri… Si può dire che il personaggio interpretato da Allegri faccia parte della compagnia dei tuoi comici girovaghi?
Sicuramente. Nati sotto contraria stella è stato molto ispirato dall’idea di mettere in scena questo testo. Mentre lo scrivevo e poi mentre lo mettevamo in scena continuavo a parlare agli attori della compagnia degli Scarrozzanti creata da Testori. È paradossale che sia arrivato prima quello spettacolo di questo, ma non avrebbe potuto esistere senza l’Edipus.
Adesso ti trovi a Malmö, la città di Ingmar Bergman, per la regia di un’opera lirica. Di cosa si tratta?
Sto facendo la regia di Un ballo in maschera di Giuseppe Verdi. In Svezia si fanno sette settimane di prova, tantissime rispetto all’Italia dove dopo tre settimane si va in scena. Debuttiamo qui, poi a ottobre saremo a Roma e poi in Spagna.
Continui ad alternare regie di opere liriche a spettacoli di prosa?
È successo in tempi recenti. Era una mia passione, l’ho cercata ma non arrivava nulla, poi nel 2012, nell’arco di una settimana, mi sono state proposte tre diverse produzioni che si incastravano, ne finivo una e ne iniziavo un’altra. Sono riuscito a farle tutte e tre, da lì è arrivato il premio Abbiati e da allora ne ho fatte qualcosa come 16-17. Anche in luoghi importanti: la Fenice di Venezia, il San Carlo di Napoli…
Nel 2011 hai diretto con Laura Perini Geometrie anarchiche, un doc su Ascoli Piceno. Il cinema è un linguaggio che ti interessa?
Sto lavorando al mio primo film che è tratto da un testo teatrale scritto da Michele Santeramo che ho diretto qualche anno fa. Insieme abbiamo scritto la sceneggiatura. È un film drammaticissimo, ma che dovrebbe essere molto divertente. Un po’ sullo stile di Ogni cosa è illuminata, I Tenenbaum… La storia è ambientata in Puglia e ha per protagonista un ercolino a cui ne capitano di tutti i colori, ma che cade sempre in piedi. Perché l’importante è resistere, sempre e comunque.
Tournée Edipus
Milano fino al 28 febbraio Teatro Filodrammatici
Torino 1-6 marzo Cecchi Point
Roma 9-20 marzo Teatro Piccolo Eliseo
Avigliana 8 aprile Teatro Fassino
www.leomuscato.com