Armonia affettiva: L’orchestra stonata di Emmanuel Courcol

L’orchestra stonata è quella che tiene insieme Thibaut e Jimmy. Protagonisti del nuovo film di Emmanuel Courcol, i due sono fratelli ma non lo sanno: il primo è un noto direttore d’orchestra che, gravemente malato, necessita di un trapianto di midollo e scopre di avere un fratello di cui non ha mai conosciuto l’esistenza. Jimmy è caratterialmente l’opposto di lui, lavora come addetto a una mensa scolastica e l’unica cosa che ha in comune con Thibaut è un talento musicale che mette alla prova suonando il trombone nella scalcagnata banda di una cittadina del Nord. L’incontro tra i due ordito da Courcol è una commedia sta tra il gioco di caratteri contrapposti e l’affondo sulle differenze sociali imposte dal destino alla vita degli individui. Intelligentemente il regista lascia le questioni degli affetti familiari ai margini, preferendo spingere l’incontro tra i due sulla strada della ricerca di una intesa che non sarà mai semplice: Jimmy, che ha un carattere più semplice e anche scorbutico, tende a mantenere le distanze emotive rispetto alla scoperta di avere un fratello, così come Thibaut, che invece ha modi e sensibilità più raffinate, non spinge troppo sul pedale di un amore fraterno che evidentemente non va al di là della curiosità affettiva. Il confronto tra l’ego ipertrofico del direttore d’orchestra e la condizione di bisogno in cui versa, dovendo convincere il fratello a donare il midollo per verificarne la compatibilità, produce una sorta di impasse caratteriale nel personaggi di Thibaut.

 

 

Questo lo rende interessante proprio nella misura in cui deve trovare un nuovo equilibrio tra il suo istinto a governare le relazioni per creare l’armonia tra le individualità dei musicanti e la necessità di contenere la sua personalità preponderante, per trovare un punto di contatto con la ritrosia affettiva e emotiva di Jimmy. La trovata di Courcol di mettere Jimmy in condizione di dover a sua volta dirigere la banda nella quale ha sempre suonato, avendo nel fratello un modello da emulare, produce nel film lo scarto psicologico necessario a commutare le posizioni reciproche dei due protagonisti, innescando una dinamica da commedia che però non prende mai il sopravvento. Ne risulta un film interessante ma sostanzialmente tiepido, non sempre capace di creare una dinamica empatica nei confronti dei due personaggi che mette in campo. Il limite è sicuramente di scrittura, ma sta anche nella difficoltà dei protagonisti (Benjamin Lavernhe che è Thibaut e Pierre Lottin che è Jimmy) di trovare un punto di equilibrio tra la caratterizzazione commediale e realistica dei personaggi.