New York On the Rocks, spazio metropolitano cool, che svapora di umanesimo high profile e riluce di scintille high life… Il cinema di Sofia Coppola mantiene intatto quell’incantesimo donatole dal padre già ai tempi di Zoe, quando ancora bambina si ritrovò scrittrice e interprete di se stessa in Life without Zoe, l’episodio di New York Stories diretto da papà Francis. On the Rocks, come un po’ tutto il suo cinema, mantiene ancora Sofia Coppola in quella magnifica sfera di un filmare il mondo con lo spirito di partecipare a un’avventura tanto flagrante quanto disincantata. Un set aperto a tutti, in cui ogni cosa è composta e autentica allo stesso tempo, libera di essere e vincolata agli schemi dell’immaginario, dove il campo e il fuoricampo si sommano in una dimensione che è tanto astratta quanto vera. Quindi eccola lì Laura (Roshida Jones), la protagonista di On the Rocks. Lo skyline newyorchese dalla parete a vetro della sua lussuosa casa a farle da sfondo, donna, moglie, madre e scrittrice di successo, ma col blocco della pagina bianca: impasto di vita piena e solitudine, successo e decadimento interiore, perfettamente in linea con le eroine (e gli eroi) di Sofia, pronta, come tutti i personaggi della regista, a essere trascinata alla scoperta di un mondo avventuroso, che è anche fatto di insidiose rivelazioni interiori, magari solo banali cul de sac in cui accomodarsi in intima pausa, ma pur sempre vicoli chiusi in cui ci si ritrova bloccati.
Lo spirito di Laura è ancora quello di Zoe, pronta a lanciarsi in un’avventura esotica nelle strade di New York, per restituire un diamante e salvare il fascinoso padre e la principessa araba dai sospetti di un temibile sceicco… Solo che la fiaba che la ragazzina scriveva per sé è ora un plot inverso, scritto dal non meno fascinoso padre sui suoi sospetti nei confronti del marito, Dean, manager dell’entertainment troppo preso dai viaggi di lavoro e dalle colleghe per non impensierire la moglie. Felix, il padre (che manco a dirlo è un formidabile Bill Murray), è una sorta di nuvola di umanissima vanità, capace di svaporare per lunghi periodi e poi di condensarsi in un nembo greve di torrenziale presenza, come in questo caso. Lui, che di uomini infedeli ne sa qualcosa, è convinto che Dean infedele lo sia e trascina l’incredula figlia in un’avventura metropolitana finalizzata a dimostrare che ha ragione: appostamenti, inseguimenti, indagini, viaggi sulle sue tracce… Tutto un magnifico universo, in cui Laura si trova immersa suo malgrado e che Felix declina in perfetta sintonia con il suoi modi da incantatore, seducente e decadente, determinato e paziente, lucido e inebriato… On the Rocks è insomma la riscrittura perfetta del cinema di Sofia Coppola, found in translation newyorchese del suo innegabile capolavoro. C’è l’idea di un mondo concluso nella propria sfera esistenziale, incantato da se stesso e in se stesso: come in ogni suo film, a nutrire lo svolgimento è la natura esclusiva dei personaggi e della scena in cui si trovano ad esistere. Ed è tutto un cercare rifugio e ordire la fuga, ambire la scoperta e nutrire la diffidenza: il cinema di Sofia Coppola s’inarca in direzione di un filmare apologetico che è quello categorizzato da Francis e allo stesso tempo si rinchiude in uno sguardo intimo e pulsionale, che ha scoperto e coltivato da sé.
Il film è disponibile in streaming su AppleTv Plus