“Perché sono un genio!” risponde Lorenza Mazzetti al selezionatore che le chiede per quali motivi voglia entrare alla Slade School Of Fine Art di Londra. Non è arroganza, solo la prima cosa che viene in mente alla giovane fiorentina, che nella capitale britannica sbarca il lunario come cameriera. Sono i primi anni ’50, ed ella fugge i fantasmi che ne zavorravano le giornate italiane, nere di ricordi del periodo bellico: Londra non è forse il paradiso, ma garantisce un dolce oblìo che apre la sua stagione creativa. Perché sono un genio! Lorenza Mazzetti è il film in programmazione venerdì 27 gennaio alle 21.15 su Sky Arte Hd per celebrare la Giornata della Memoria e, allo stesso tempo, omaggiare l’arzilla 88enne che contribuì alla folgorante affermazione del Free Cinema. Confezionato da Steve Della Casa e Francesco Frisari – studiosi che appartengono a generazioni diverse e con percorsi anche distanti tra loro, che hanno trovato recente convergenza, rendendoli compagni di raffinati viaggi cinematografici in Hollywood Party su RAI Radio3 – il documentario s’è guadagnato il premio di categoria all’ultimo Festival di Venezia. Concentra in un’ora la vicenda di Lorenza, che afferma di sè: “Non sono una scrittrice, ho scritto dei libri. Non sono una pittrice, ho dipinto dei quadri. Non sono una regista, ho diretto dei film”.
Eppure la narrazione condotta in prima persona, incoraggiata dalla regia ariosa e multimediale di Frisari e Della Casa – riprese live, interviste, immagini di repertorio, animazione in stop motion – svela il “genio” annidato nello sguardo fiabesco e profondo della protagonista, che resta tale qualunque sia la modalità di volta in volta adottata per esprimersi. Mentre si riducono a comprimari i tre personaggi sollecitati alla rievocazione – l’antico sodale Bernardo Bertolucci; Malcolm Arancia Meccanica McDowell, ammirato e quasi incredulo di fronte ai trascorsi di Lorenza; l’intellettuale David Grieco, uno di famiglia – emerge con leggerezza una storia straordinaria, a lungo celata dietro la finzione. Una storia che gli stessi autori del filmato, che pure conoscevano la Mazzetti (direttamente Della Casa, di seconda mano Frisari) come cineasta e scrittrice, hanno scoperto nella sua complessità solo di recente, decidendo di tradurla in cinema. Morta la madre e troppo impegnato il padre per occuparsi delle figlie, Lorenza viene cresciuta insieme alla gemella Paola dalla zia materna, sposata con Robert Einstein, cugino del grande scienziato. Seguono anni sereni, nella tenuta di Rignano sull’Arno, rotti però dalla furia nazista. Le SS vogliono infierire, sia pure indirettamente, sul “traditore ebreo” che ha dato lustro alla sua nuova patria e combattuto da lontano, con le armi della scienza e della ragione, quella d’origine: fuggito tuttavia Robert, che pensava di essere l’unico davvero in pericolo, ne trucidano moglie e figlie; le Mazzetti si salvano perché portano un altro cognome. Provata dall’orrore (anche il padre adottivo non regge il dolore e si toglie la vita), Lorenza, dopo un periodo di smarrimento, trasforma i demoni in arte: con i film K (1953) e Togheter (1956), che segnano – insieme ai lavori di Lindsay Anderson, Tony Richardson e Karel Reisz – la nascita del Free Cinema, movimento che scardina l’ingessato aplomb inglese e anticipa le “nuove ondate” francese, brasiliana, tedesca, americana e dell’Est europeo; con libri come Il cielo cade, che incanta Zavattini, Attilio Bertolucci, Fellini e con il quale nel 1962 conquista il Premio Viareggio; con i dipinti. Sempre protagonista di un percorso ad ostacoli, costellato da cadute e risurrezioni. Sosteneva John Ford: “Tra storia e leggenda, scrivi la leggenda”. Argomentano Della Casa e Frisari: “Noi ci siamo trovati di fronte a una persona in cui storia e leggenda coincidono, e l’abbiamo raccontata così”. Rispetto a Ford, un bel vantaggio.
Perchè Sono Un Genio! Lorenza Mazzetti – Trailer ITA from Tangram Film on Vimeo.