Hanno utilizzato solo ed esclusivamente materiale d’archivio Sierra Pettengill e Pacho Velez per realizzare il documentario The Reagan Show che traccia un ritratto a tutto tondo del quarantesimo Presidente americano, in carica per due mandati dal 1981 al 1989. I discorsi al Congresso, le visite ufficiali, le cavalcate nel ranch di Santa Barbara in California, gli incontri alla Casa Bianca con Michael Jackson o Mr.T dell’A Team, gli spezzoni tratti dai film che ha interpretato (53 in tutto, nella maggior parte dei quali aveva il ruolo dell’eroe americano senza macchia) restituiscono l’immagine di un Presidente capace di usare il mezzo televisivo come pochi altri, interpretando, di volta in volta, il ruolo del Presidente operaio (in visita sui cantieri con tanto di caschetto), del Presidente contadino (nei campi di grano), del Presidente cowboy e via di questo passo.
In effetti fu proprio durante la presidenza Reagan che si fece un uso di filmati senza precedenti nella storia americana, con una produzione di materiale video pari a quella prodotta nelle cinque precedenti amministrazioni. D’altra parte Reagan proveniva da quel mondo e lui stesso rispondendo a una domanda se il suo passato hollywoodiano avrebbe potuto tornargli utile da Presidente degli Stati Uniti, candidamente risponde: «Mi chiedo come si possa fare questo mestiere senza avere fatto l’attore» o, in un’altra occasione: «Non devi solo ottenere la parte, devi anche scrivere la sceneggiatura». In più di un’occasione sembra davvero interpretare una parte, con risultati esilaranti: per esempio i vari ciak in cui esprime il suo sostegno a Sununu, candidato repubblicano alla carica di governatore del New Hampshire dal nome non facilmente pronunciabile, o quando, dopo aver imparato un proverbio in russo (“Doveryay, no proveryay!” ovvero “Fidati, ma verifica”) per il summit con Gorbaciov, non esita a riproporlo in svariate occasioni. Anche il ricorso all’immaginario cinematografico è una delle strategie della sua comunicazione: chiama Star Wars il costosissimo programma di sistemi antimissile a testata nucleare arrivando a citare apertamente battute della saga di Lucas (in particolare «Che la Forza sia con noi»). Con Ronald Reagan inizia a tutti gli effetti la politica-spettacolo con le degenerazioni che conosciamo bene (Berlusconi deve aver avuto bene in mente queste immagini all’epoca della sua discesa in campo). Un documentario che oltre a essere una lezione di storia, spiega semplicemente mostrandole in opera, complesse strategie di marketing. Dall’altra parte, l’Unione Sovietica non stava a guardare. Anche Gorbaciov è stato abilissimo nell’utilizzo del medium televisivo. Ma questo è un altro show.