Disegnando Parasite: ecco lo storyboard di Bong Joon-ho

Mentre Alberto Barbera esulta per “la prima, bella notizia della 78a edizione della Mostra del Cinema di Venezia” annunciando che “Bong Joon-ho ha aderito con entusiasmo alla proposta di presiederne la Giuria”, siamo qui a sfogliare le 270 pagine dello storyboard di Parasite, ultima Palma d’Oro a Cannes e 4 Oscar a Los Angeles in era antepandemica. La Nave di Teseo (traduzione di Filippo Bernardini, pag.270, euro 25)  lo ha proposto a fine anno in una bella edizione italiana, che in copertina gioca con indizi di scena e sagomature solarizzate dei protagonisti su fondo grigio metallico. Approccio straniante, ovviamente coerente con il concept promozionale che ha caratterizzato il tutto giocato sull’enigmaticità delle figure in scena e sulla scansione labirintica dello spazio dell’azione. Va detto che fa il suo bell’effetto scorrere su carta le 162 scene del film, che si susseguono per 246 pagine con gli schizzi disegnati dallo stesso Bong Joon-ho a sviluppo della sceneggiatura che affianca i disegni. La dimensione progettuale di un’opera come questa, tutta costruita sulle geometrie ambigue e sulle architetture che generano spazi segreti, risalta in maniera ancor più immediata dalla lettura dello storyboard, proprio perché la scansione dei bozzetti disegnati dal regista rende conto in una maniera grafica della concezione eminentemente dinamica su cui il film si basa. Se Bong Joon-ho giunge sul set con le idee ben chiare, un film come Parasite di quelle idee si fa portatore nella misura in cui attinge a un’energia tagliente, a una mobilità degli elementi che non è pura azione, ma gioco continuo tra nascondimento e rivelazione.

 

 

Vedere sulla carta le tipiche frecce che tracciano i vettori dei movimenti di macchina o delle figure in campo, nel caso di un film come questo rende ancor più conto della natura schiettamente dinamica che caratterizza Parasite, proprio nella misura in cui si tratta di un lavoro costruito sull’ottundimento della percezione della famiglia Park e sul mascheramento dell’azione dei Kim. Parasite è un film che sulla precisione del punto di vista genera la sua drammaturgia e questo appare ancor più evidente scorrendo lo storyboard. I disegni preparatori che vengono proposti nella seconda parte del libro accentuano questa sensazione, dando rilievo tanto agli schizzi in cui il regista lascia evaporare la sua visione dei personaggi, sia agli schemi che impostano le azioni in scena. Infine l’intervista originale al regista, fatta dal critico della rivista coreana Cine21 Lee Da-hye, offre una serie di approfondimenti sul metodo di lavoro adottato da Bong Joon-ho e traccia una via per la serie televisiva che, come già accaduto per Snowpiercer, il regista sta preparando a partire da Parasite: “Ogni personaggio ha una propria storia di background che voglio assolutamente raccontare”.