“Plain and simple”: così Spike Lee definisce New York New York, il cortometraggio che ha rilasciato su Instagram nei giorni scorsi, dedicato alla città che non dorme mai come gli appare al tempo dell’emergenza COVID-19. Girato con una camera Super8 Kodak e accompagnato per l’intera durata dei suoi 3 minuti e 30” da New York New York di Frank Sinatra (per i diritti della quale il regista ringrazia la figlia di “The Voice”, Tina), il film è una breve ode alla città e “a love letter to it’s people”. La visione sgranata nella bassa definizione della pellicola Super8 (per la quale Spike Lee ringrazia la Kodak) è ad un tempo spettrale e potente: coniuga le immagini dei luoghi iconici della città con l’insolita sospensione nel vuoto degli spazi deserti dettati dall’emergenza in atto. La seconda parte invece si spinge nel confronto col dramma vissuto dalla popolazione: la gente in fila con le mascherine davanti alle farmacie e agli ospedali, i medici e gli operatori al lavoro, ambulanze, situazioni di emergenza e momenti di comunione in cui ci si dà coraggio.
Girato dal suo operatore di fiducia Kerwin Devonish e montato da Adam Goode, è il classico atto di militanza cinematografica di Spike Lee, dedicato alla città in cui vive (a Brooklyn) con la sua famiglia. Il regista in questi giorni avrebbe dovuto essere Presidente di Giuria al 73 Festival di Cannes e non ha mancato di appoggiare la decisione di rinviare l’evento:“Il mondo è cambiato e sta cambiando di giorno in giorno”, aveva dichiarato a Variety. “La gente muore e, come ha detto il Presidente francese più volte ‘siamo in guerra’. Le cose che amiamo devono passare in secondo piano: i film, la TV, gli sport”. Tutto questo mentre è attesissimo il nuovo film di Spike Lee, Da 5 Bloods, che sarà rilasciato in contemporanea mondiale su Netflix il prossimo 12 giugno (in Italia con titolo , Come fratelli. 2 ore e 34 minuti per raccontare la storia di quattro veterani afroamericani che ritornano in Vietnam per cercare i resti del loro caposquadra e seguire il sogno di un possibile tesoro sepolto. Spike Lee, del resto, ci ha abituati già da tempo a trovarlo sulle piattaforme on demand, dal momento che Amazon gli ha prodotto due ottimi lavori come Chi-raq e Pass Over e Netflix i 19 episodi della serie She’s Gotta Have It. Lo streaming, in questo momento, è indubbiamente per Spike Lee the right thing. Come riportato da IndieWire, a proposito della riapertura dei cinema il regista ha infatti le idee molto chiare:“Open Movie Theatres Now? Hell To Da Naw! I Got Alot More Movies To Make, Not Rollin’ Da Dice Wit’ Da Only Life I Got. TESTING. TESTING And Mo’ TESTING”.