The Doors all’Isola di Wight: ritorna la leggenda

Quando i Doors vanno a suonare all’Isola di Wight nell’agosto del 1970, nessuno lo sa ma sono quasi a fine corsa. Rimangono due concerti e pochi mesi di vita per Jim Morrison (morirà a Parigi il 3 luglio del 1971). Il loro tour europeo finisce qui perché Morrison viene convocato in tribunale e deve rientrare in Usa per affrontare il processo dopo i fatti di Miami del marzo del ’69, quando il loro live si trasformò in una rivolta popolare. Jim è accusato di avere fomentato gli scontri e di atti osceni (si dice che mostrò i genitali al pubblico, ma il fatto non venne mai provato). In realtà l’FBI stava addosso ai Doors da anni, erano considerati pericolosi perché funzionavano da detonatore per la protesta giovanile. Grazie al lavoro di restauro di Bruce Botnick sul sonoro e alle riprese di Murray Lerner (che negli extra intervista Krieger, Densmore e il manager dei Doors Bill Siddons), ritorna  in Blu-ray Live at Isle of Wight Festival 1970, strepitoso documento storico e live impressionante abitato secondo Ray Manzarek da una “furia controllata”. Nel nulla della campagna inglese, davanti a 600mila persone, i Doors salgono sul palco alle 2 di notte. Il festival affonda nel caos: funzionano solo pochi fari rossi e la loro performance vivrà in una inquietante nebbia rossa. Da subito, da Backdoor di Willie Dixon, si coglie un Morrison ad occhi chiusi, molto attento alla voce, che sembra avere optato per un mood pensieroso e un po’ angosciato, con la chitarra di Robbie Krieger che lo sostiene, mentre Ray Manzarek è più visionario e psichedelico. I Doors sono i padroni della notte, propongono una scaletta compatta, ipnotica, rabbiosa. Impressiona la parte strumentale di Light My Fire che lancia la band verso l’intro di The End. La mitica canzone prende oltre un quarto d’ora del set con Morrison che sembra preda di sinistre premonizioni e la infarcisce di citazioni dalle sue poesie (Wake Up!, Across The Sea, Away in India, Crossroads). Il finale è fantasmatico con Jim che esce a capo chino mentre gli altri si smaterializzano come fantasmi dietro il palco mentre il solo John Densmore accenna un saluto.