Una spy story sotto steroidi. Zero vol.1: Emergenza – Il nuovo fumetto di Ales Kot

Dover, anno 2038. Un ragazzino punta la pistola alla nuca di un vecchio che siede in riva alle bianche scogliere più famose al mondo con una bottiglia in grembo. Il vecchio, con tutta tranquillità, si sincera che il giovane sia realmente motivato e lo invita, prima di compiere il suo gesto, ad ascoltare la storia che ha da raccontargli. Questo è l’incipit di Zero Vol.1 – Emergenza, il fumetto scritto da Ales Kot, pubblicato in Italia da SaldaPress  (euro 19,90).  Zero è uno di quei fumetti che ti chiede fiducia. Se non parti motivato, le pagine che seguono un incipit fulminante sanno un po’ di spy story generica con una spruzzata di fantascientifico giusto per dare colore. Si potrebbe dire che il fumetto di uno degli sceneggiatori più interessanti sulla scena contemporanea parta male ma non è nemmeno del tutto vero, perché non ci sono veri e propri momenti di cattiva scrittura. Semplicemente, Ales Kot si prende il suo tempo per comporre un quadro più ampio e il senso del suo lavoro non arriva tutto subito. Il che è una scelta rischiosa ma, se il lettore accetta di prendersi questo rischio, è anche una scelta che paga. Progressivamente, lungo i 5 numeri che compongono l’arco narrativo iniziale della serie raccolto nel primo volume italiano, Kot tira fuori le armi e sfoggia in maniera via via più imperiosa i suoi notevoli mezzi tecnici di sceneggiatore. Il risultato è un affresco eclettico e di ampio respiro in cui i singoli episodi, collegati fra loro a livello di continuity ma narrativamente e graficamente compiuti come opere a sé stanti, esplodono in una moltitudine di variazioni di ritmo, di segno grafico e di soluzioni narrative spesso molto diverse fra loro ma mai disomogenee in senso negativo.

 

 

La varietà di Zero stupisce e ubriaca ma non stride mai grazie anche a una struttura solida che tiene insieme soluzioni narrative tanto diverse di episodio in episodio, nel quadro generale di un disvelamento progressivo in cui alla fine niente è quello che sembra e la prospettiva, alla fine del volume, cambia radicalmente compiendo una virata stretta in una fantascienza psichedelica che prende le mosse dal miglior Warren Ellis aumentandone il ritmo fino a dare alla narrazione un passo tiratissimo. Un’altra scelta che riflette la modernità e l’eclettismo che caratterizzano Zero è la rosa dei disegnatori, uno diverso ogni numero, un team di giovani emergenti cazzuti e con il coltello fra i denti, Tradd Moore in testa, che rappresentano uno stato dell’arte sempre più progredito, un momento in cui per quanto in crisi l’industria del fumetto alza, ogni anno sempre un po’ di più, l’asticella del livello medio dei disegnatori che produce. Nel complesso, Zero vol.1 – Emergenza è una partenza letteralmente in quarta per una serie ricca di potenzialità, narrativa fantastica di alto livello che se la gioca ad armi pari con Injection o Trees del già citato Warren Ellis.