Esplorazioni, alpinismo e Cile al Trento Film Festival n.64

Trento-Film-Festival-della-Montagna_largeAvventura, paesaggi da sogno, imprese sportive, cinema documentaristico e di fiction. È  in pieno svolgimento il 64esimo Trento Film Festival diretto da Luana Bisesti, con l’ausilio di Sergio Fant, che cura in particolare la programmazione cinematografica. Uno scrigno di tesori di vario genere che saranno visibili nella cittadina dal 28 aprile all’8 maggio: in vetrina lungometraggi e corti, per un totale di 108 opere, di cui 23 in concorso, su oltre 500 ricevute per la valutazione (qui sopra un’immagine di Sherpa di Jennifer Peedom). Ma la kermesse non si limita al cinema: è ormai consuetudine collaudata l’apertura a discipline quali l’editoria di montagna, la musica, l’etnografia, il cabaret, il teatro, la letteratura di viaggio. In mezzo a molti ospiti importanti, spiccano due “mister 8000” italiani: il grande scalatore Reinhold Messner, che commenterà l’impresa dell’Endurance di Ernest Sackleton in Antartide (di cui ricorre il centenario), ricostruita per il grande schermo da Sandro Filippini in South! The Trip; Simone Moro, re bergamasco delle imprese nella stagione fredda, che rivivrà il suo “Nanga Parbat 2016” insieme alla compagna di cordata Tamara Lunger. Dalle alte quote, spazio anche per i mitici “Ragni” di Lecco, per Cedar Wright, per il fresco vincitore della Coppa del mondo di discesa libera Peter Fill, presenza magari puramente decorativa, ma di sicuro impatto. Sul versante strettamente cinematografico è significativa la presenza di autori cileni (al paese ispano-americano è dedicata l’edizione di quest’anno), tra cui la documentarista Tiziana Panizza e Patricio Guzmán, in questi giorni nelle sale italiane con il suo capolavoro Memorie dell’acqua. Grande attesa inoltre per La glace et le ciel di Luc Jacquet, vincitore di un Oscar nel 2006 con La marcia dei pinguini; per Between Sisters del roveretano Manu Gerosa; per I nostri passi di Mirko Pincelli, interpretato dall’attrice di casa Francesca Neri. Tra le opere che concorrono per le Genziane d’Oro, ovvero per la vittoria del concorso principale, solo una è italiana: Il Solengo di Alessio Rigo de’ Righi e Matteo Zoppis. Significative alcune iniziative collaterali: al climatologo Luca Mercalli (che ha acquisito notorietà con la frequentazione televisiva a Che tempo che fa) e a Don Luigi Ciotti spetterà il compito di addentrarsi rispettivamente con passione e competenza nelle tematiche della tutela ambientale, mentre Neri Marcorè si calerà con ironia sia nei panni di Charles Darwin che in quelli del sacerdote esploratore Padre Alberto Maria De Agostini, in una dialettica feconda che porterà gli spettatori “Ai confini del mondo”.

La memoria dell'acqua di  Patricio Guzmán
La memoria dell’acqua di Patricio Guzmán