Alice Rohrwacher e Matteo Garrone: si. Loro di Paolo Sorrentino: no. Il doppio biopic su Silvio Berlusconi non sarà in gara per la Palma d’Oro al Festival di Cannes 2018 (8/19 maggio). Ma forse non è detto, visto che il programma non è ancora definitivo. In compenso (già sicuri) ci saranno Dogman/Er Canaro e Lazzaro Felice: “Una vera esperienza visiva. Siamo oltre il ‘semplice’ film”, ha detto ancora incantato il Delegato Generale Thierry Fremaux (qui l’intervista che ci ha rilasciato). Aggiungete, nella seconda sezione ufficiale del festival (Un Certain Regard) Euphoria di Valeria Golino con Jasmine Trinca e Riccardo Scamarcio e avrete la formazione italiana completa in trasferta sulla Croisette. Penelope Cruz e Javier Bardem, coppia da red carpet inaugurale con Everybody Knows, non sono in concorso. In sospeso c’è The House That Jack Built di Lars Von Trier, con Uma Thurman, Matt Dillon e Riley Keough, un concentrato di star che tutti ci aspettavamo e a proposito del quale il Delegato Generale Thierry Fremaux ha ‘tergiversato’. Dagli States invece arriveranno di certo Spike Lee (l’anti-razzista BlacKkKlansman con Adam Driver e Topher Grace è in concorso) e Solo: A Star Wars Story (Fuori concorso): più Andrew Garfield e Riley Keough, nel giovane e indipendentissimo Under the Silver Lake (in gara per la Palma d’Oro). Se dovesse aggiungersi il film di Lars Von Trier, con due pellicole la nipotina di Elvie Presley Riley Keough (è figlia di Lisa Marie Presley) sarebbe la star della Croisette. In apertura un’immagine tratta da Under the Silver Lake.
Lazzaro felice di Alice Rohwacher, con Alba Rohrwacher, Nicoletta Baschi, Adriano Tardiolo e Tommaso Ragno. L’amicizia tra il contadino e il ragazzo viziato, fino al Grande Inganno… Alice torna sulla Croisette per la terza volta: nel 2014 aveva vinto il Grand Prix Speciale della Giuria con Le meraviglie.
Dogman di Matteo Garrone, con Marcello Fonte, Edoardo Pesce, Nunzia Schiano, Gianluca Gobbi, Adamo Dionisi. Isparato alla storia di Er Canaro, massacratore della periferia romana. Sarà il primo western di borgata? Matteo torna sulla Croisette per la terza volta: con Gomorra (2014) vinse il Grand Prix Speciale della Giuria.
BlacKKKlansman di Spike Lee: la storia vera del primo poliziotto nero infiltrato nel Ku Klux Klan, nel 1978. Produce Jordan Peele, regista di Scappa. Get Out (Oscar 2018 alla sceneggiatura): il cinema black, ieri e oggi.
Girls of the Sun di Eva Husson, con Golshifteh Farahani, Emmanuelle Bercot. La storia delle soldatesse curde e della giornalista inglese Marie Colvin, in Siria. Regista donna e francese.
Under the Silver Lake di David Robert Mitchell. Noir contemporaneo, dove la dark lady è Riley Keough (nipotina di Elvis Presley) e lui Andrew Garfield. Cannes ama i giovani registi neo-indipendenti americani.
Three Faces di Jafar Panahi. Film misterioso (‘Un road movie nell’Iran di oggi’: altro non si sa) e regista priogioniero del regime (Thierry Frémaux, in conferenza stampa ha parlato di permessi del governo francese per farlo arrivare e soprattutto tornare liberamente a casa).
Cold War di Pawel Pawlikowski. La storia dei genitori del regista polacco, giovani nella Varsavia comunista e grigissima deglia Anni 60. Per fortuna c’era la musica… In bianco e nero, parte in pole position: il regista ha vinto l’Oscar come Miglior film straniero con Ida.
Summer di Kirill Serebrennikov. Ancora musica, ancora giovani in rotta coi regimi comunisti. Il regista russo (incarcerato mentre girava, in quanto anti-Putin) racconta la storia di Viktor Tsoi, leggenda del rock sovietico. “Suona” molto intrigante…
Shoplifters di Kore-Eda Hirokazu. Il regista giapponese più amato del momento (Steven Spielberg lo adora e voleva girare il remake americano di un suo film) racconta di una famiglia che adotta un ragazzino abbandonato, raccolto letteralmente per strada.
Ash is Purest White di Jia Zhang-Ke. Cina 2001: la ballerina è innamorata del gangster, mentre il Paese sta passando dalla chiusura alla leadership mondiale. Il regista è premiatissimo…
At War di Stéphane Brizé, con Vincent Lindon. L’operaio contro i dirigenti della fabbrica che avevano promesso di salvare 1100 lavoratori, e invece… Pura cronaca.
Capernaum di Nadine Labaki. La terza donna in concorso per la Palma d’Oro 2018 viene dal Libano ( bello il suo Caramel) e racconta di un ragazzino che si ribella a tutte le leggi che limitano la sua libertà.
Burning di Lee Chang-dong. Dalla Corea, la versione cinematografica di un racconto di Haruki Murakami: cosa è successo tra due uomini e una donna che si sono incontrati a 20 anni e non si sono più lasciati?
Le livre d’image di Jean-Luc Godard. In gara a 88 anni, con un film misteriosissimo che forse è legato alla storia araba (voce non cenfermata)… Come fai a non premiarlo?
Netemo Sametemo: Asasko I & II di Ryusuke Hanaguchi. Dal Giappone, una love story che sconfina nel road-movie.
Sorry Angel di Christophe Honoré. L’incontro tra uno scrittore parigino 40enne in crisi e uno studente ventenne di provincia che sorride sempre…
Yommedine di A.B. Shawky. Dall’Egitto, la storia del malato di lebbra di religione copta e di un ragazzino orfano che attraversano il paese per cercare i famigliari sopravvissuti.