Quattro volte Paperino al Museo del fumetto di Milano

WOW Spazio Fumetto – Museo del Fumetto, dell’Illustrazione e dell’Immagine animata di Milano dedica una mostra, fino al 19 febbraio, a uno dei personaggi più iconici del fumetto: Paperino. Il papero con la casacca da marinaio è infatti di gran lunga il personaggio preferito dei lettori del settimanale Topolino secondo un sondaggio realizzato in occasione dell’uscita del numero 3000. Quattro volte Paperino si propone quindi come un percorso espositivo davvero originale che per la prima volta, attraverso l’esposizione di albi rari, giornali d’epoca, filmati, tavole originali, gadget e memorabilia davvero rare presenta al pubblico tutte le anime di questo personaggio così amato dal grande pubblico: si parte ovviamente dal Paperino classico (il papero collerico, pigro, ma anche generoso, che tutti noi conosciamo) per arrivare a Paperinik (l’eroico difensore della città di Paperopoli), PK (la versione supereroistica di Paperinik), e infine a DoubleDuck (intrepido agente segreto). Quattro anime che hanno conquistato l’immaginario tre generazioni, da quel lontano 1934 in cui Paperino si presentò al pubblico per la prima volta ad oggi con l’uscita della nuova saga di PK e l’anteprima delle nuove avventure di DoubleDuck, previste per la primavera 2017. Il percorso espositivo ricostruisce la carriera di Paperino attraverso tavole originali, giornali e libretti d’epoca, riproduzioni di albi, ingrandimenti scenografici, contributi video, documenti storici, gadget e memorabilia. Ogni sezione della mostra, ognuna curata da un esperto diverso di ogni singolo “personaggio”, è introdotta da pannelli che presentano il personaggio, il cast e le storie da leggere assolutamente per conoscerlo. Nell’immagine di apertura un frame dall’esordio del 1934 di Paperino.

Il 9 giugno 1934 debutta nei cinema statunitensi il cortometraggio d’animazione The Wise Little Hen (La gallinella saggia). Basato su una fiaba molto popolare, la storia racconta di una saggia gallinella e dei suoi tentativi di far lavorare due incorreggibili pigroni, un maiale di nome Meo Porcello e un papero di nome… Paperino. Quella di Paperino dovrebbe essere un’unica apparizione, ma in quel papero c’è qualcosa di speciale. Graficamente è molto diverso dal personaggio di oggi, ha un lungo becco e le sue mani somigliano molto alle ali di una papera, ma subito dimostra di avere un bel caratterino e tutt’altro che privo di difetti; se nella sua prima apparizione si mostra come un incorreggibile pigrone, già nel secondo cortometraggio, Orphan’s Benefit, lo vediamo fare uno dei gesti che lo renderanno famoso, saltellando e menando pugni all’aria, arrabbiato perché un gruppo di monelli sta prendendo in giro la sua performance teatrale. Intanto, in Italia Paperino è al centro di un’evoluzione davvero unica. Nel nostro Paese Federico Pedrocchi, scrittore, disegnatore, responsabile di tutte le testate a fumetti della casa editrice Mondadori (dove lavora dal 1935), è il primo a intuire che Paperino ha delle grandi potenzialità, intitolandogli nel 1937 una testata a fumetti e facendolo, per la prima volta nel mondo, il protagonista assoluto di storie avventurose. Sono le premesse per la nascita della “scuola italiana” del fumetto Disney, autori del nostro Paese che, dalla ripresa nel dopoguerra, si concentreranno soprattutto su alcuni aspetti del suo carattere: costantemente bersagliato dalla mala sorte, Paperino è spesso la vittima dello zio Paperone e del cugino Gastone, sempre destinato al ruolo di perdente.

 

E proprio gli autori italiani, che più di tutti hanno imparato a mostrare le sfaccettature del carattere di Paperino, hanno creato le sue altre identità che vengono raccontate in mostra. Perché si arrivi a un Paperino davvero “a tutto tondo” negli Stati Uniti occorre aspettare il 1942, quando a occuparsi delle sue storie a fumetti arriva un fumettista di nome Carl Barks. In centinaia di storie, Barks espande il mondo di Paperino, gli crea intorno tanti altri personaggi, da zio Paperone al fortunatissimo cugino Gastone, ma soprattutto gli dona un carattere pieno di sfaccettature e contrasti, sempre più simile a quello di ognuno di noi. Negli anni Sessanta, Paperino è un beniamino dei lettori nonostante sia un eterno perdente, e tantissime lettere arrivano alla redazione del settimanale Topolino chiedendo di fare finalmente vincere Paperino, almeno per una volta. Da questo spunto nasce Paperinik, il diabolico vendicatore (1969), in una storia nata da un’idea di Elisa Penna, scritta da Guido Martina e disegnata da Giovan Battista Carpi. Visto il successo riscosso, le storie di Paperinik diventano un appuntamento costante, mentre il personaggio si evolve rapidamente, diventando presto il difensore di Paperopoli, un supereroe mascherato che protegge la città da malviventi e criminali, spesso salvando proprio lo zio Paperone, minacciato da Bassotti, Rockerduck e malviventi vari. Con il passare degli anni il cast si allarga, comprendendo sia altri supereroi, come Paperinika o Tuba Mascherata, sia strampalati criminali: Inquinator, Spectrus e molti altri. Questa evoluzione di Paperinik è la base per un progetto editoriale innovativo. Paperinik diventa PK, in lotta contro crudeli alieni con l’aiuto di un’intelligenza artificiale chiamata Uno. Le storie sono molto innovative per lo stile Disney, con disegni e colori ispirati ai fumetti di supereroi. Nel 2008 invece nasce DoubleDuck, ultima incarnazione del personaggio, questa volta trasformato in un agente segreto, divertente omaggio a 007, una spia che lavora per la misteriosa Agenzia, in lotta contro la pericolosa Organizzazione. Gli autori si sono infatti ispirati a James Bond per costruire quest’ultima “faccia” di Paperino, unendo le ispirazioni della saga di Ian Fleming alle novità stilistiche introdotte con PK, proponendo una versione più seria e avventurosa rispetto alle storiche avventure in cui lavorava per i servizi segreti privati di Paperone, la PIA.