Una corsa contro il tempo per salvare un pezzo importante del teatro off di Milano: il 29 luglio è il giorno in cui si conoscerà la sorte del Teatro della Contraddizione. Attivo dal 2000 in via della Braida 6, quartiere di Porta Romana, è un piccolo teatro (99 i posti disponibili in periodo normale) nato da un’idea di Marco Maria Linzi che vi ha dedicato anima e corpo fondando una compagnia: «In nome di qualcosa di più grande di noi, un’Opera, un Progetto, un ideale artistico, abbiamo messo in secondo piano l’utile personale per esaltare l’urgente, il necessario».
Tempo fa sono stati condannati penalmente per esercizio abusivo di locale di pubblico spettacolo (ce lo raccontò lo stesso Linzi in occasione dell’intervista per il bellissimo spettacolo Weiss Weiss) per aver fatto entrare due agenti della polizia annonaria, che si erano finti spettatori, facendogli la tessera associativa la sera stessa dello spettacolo, mentre la regola prevede che ci si tesseri prima di assistere a uno spettacolo. Come nel peggiore degli incubi da quel momento è entrata in azione la macchina burocratica dello Stato, con ripetuti controlli che hanno implicato prescrizioni che impongono entro il 29 luglio una serie di lavori e le certificazioni richieste, pena la chiusura del teatro e una pesante multa. I lavori restanti ammontano a 70.000 euro, cifra insostenibile per il Teatro della Contraddizione. «Ci siamo rivolti a varie istituzioni ma nessuna può o vuole venire in nostro soccorso. Non è una situazione singolare, è sistemica, non esiste nessun percorso che permetta, dimostrata la propria capacità organizzativa e artistica, di trasformare uno spazio privato in uno spazio pubblico. Per questo tutti gli spazi culturali si devono rifugiare nell’associazionismo, unico rifugio precario che consenta di fare cultura dal basso. E su tutti pende una spada di Damocle, basta una persona, un controllo e tutto può crollare. Lo sanno tutti: lo sa chi va a fare i controlli, lo sanno le istituzioni, soprattutto quelle territoriali; tutto però è lasciato alla discrezione dei singoli comuni, si tollera, si chiude un occhio, per non assumersi la responsabilità di dare una risposta collettiva ad un bisogno, che consenta l’esercizio dell’attività culturale, libera e democratica».
In questo caso non è stato chiuso nessun occhio, al contrario quindi è stato lanciato, lo scorso 9 giugno, il crowdfunding #restiamoincontraddizione sulla piattaforma gofundme.com. Oltre alla consapevolezza di fare la cosa giusta e al ringraziamento quotidiano sulla pagina Facebook per aver salvato un pezzo della storia del Teatro (ben esemplificata dalla locandina spezzata di uno spettacolo in cartellone nel corso degli anni), tutti quelli che avranno dato una mano, saranno chiamati a usarla segnando le pareti esterne del Teatro, scrivendo anche il proprio nome, «perché rimanga per sempre la traccia di chi e come si salvò la Contraddizione». Intanto, con la riapertura dei teatri, ci saranno due momenti importanti: sabato 27 giugno alle 21.30 il Giardino delle Esperidi Festival apre con Weiss Weiss (una «piccola follia d’amore» l’ha definita Linzi sulla pagina Facebook visto che «invitare uno spettacolo con 15 artisti, tra palco e regia, sarebbe già stato impegnativo prima dell’emergenza, figuriamoci ora»), in scena al Parco di Villa D’Adda Sirtori (Olginate), mentre il 4 luglio all’interno della rassegna Da vicino nessuno è normale nell’ex ospedale psichiatrico Paolo Pini, Astorri e Tintinelli proporranno due loro spettacoli per raccogliere fondi per il Teatro della Contraddizione (che da sempre ospita i loro debutti). Nel frattempo l’augurio è che anche le istituzioni facciano la loro parte e intervengano al più presto.