La saggezza del guerriero. A Pesaro 56 Oliver Stone presenta la sua autobiografia: Cercando la luce

«Ho passato la mia vita a correre, per raggiungere qualcosa che volevo o per fuggire da qualcosa che temevo… Questo libro per me è stato anche l’occasione per fermarmi, finalmente… Tirare le somme su ciò che ho fatto in quarant’anni della mia vita e capire che non potevo continuare così: la mia corsa cominciava a sembrarmi quella di Don Chisciotte contro i mulini a vento». Se di saggezza si tratta è quella del guerriero che ha raggiunto la maturità e, visto che a parlare è Oliver Stone, non c’è alcun dubbio che si tratti di un guerriero. Il libro in questione è Cercando la luce, la sua autobiografia in uscita in questi giorni per La Nave di Teseo (pag.440, euro 22). Siamo a Pesaro, alla 56ma Mostra Internazionale del Nuovo Cinema, dove il regista americano è il protagonista della seconda serata in piazza. Sono giorni in cui il guerriero Oliver Stone è a riposo in Italia, nelle Marche per la precisione, in quel Paese che è il primo a tradurre questa sua autobiografia, che un altro regista combattente e scomodo come Spike Lee ha definito «… a Hollywood movie in itself». Stone è orgoglioso di questa bella edizione italiana, che gli sembra ben tradotta, anche se scherza sul titolo italiano: «Io ho scritto un libro che si chiama Chasing the Light, inseguendo la luce, non Cercando la luce…». Poi prende il libro in mano lo sfoglia e aggiunge: «Il mio libro negli States è di 360 pagine, qui in Italia sono quasi 500… Sembra una cosa più imponente, ma in realtà l’edizione è raffinata: carta leggera, copertina flessibile… È comoda da portare con sé, anche in aereo. In America invece si ostinano a fare edizioni più pesanti, con le rilegature in brossura…».

 

Oliver Stone sul set di Platoon

 

Aspetto solido e maturo, Oliver Stone sembra ormai lontano dal giovane in divisa con l’aria da Platoon che campeggia sulla copertina del libro. Ma è sempre un tipo duro, determinato nella sua visione antagonista della realtà: «L’ultimo film che ho fatto è dedicato a Edward Snowden, uno che ha cercato di scoprire i giochi del potere, ma lotte come la sua sono sempre più impossibili. Come si fa a continuare a cercare di contrastare l’operato del Pentagono e della CIA quando i budget di cui dispongono per controllare e manipolare l’opinione pubblica sono stellari? È impossibile contrastarli, non combattiamo ad armi pari…». La sua del resto è una autobiografia che di combattimenti ad armi impari parla parecchio: la storia di Oliver Stone è fatta di tentativi e sconfitte e determinazione e successi: «Ho guardato a quarant’anni della mia vita e ho visto che soprattutto all’inizio ho dovuto lottare tanto. Non è stato facile riuscire a raccontare all’America l’assurdità della guerra in Vietnam, l’ho fatto in un Paese che aveva come presidenti Reagan e poi Bush, che governavano nella convinzione che l’America dovesse diventare il padrone del mondo. Oggi si parla di violenza di redenzione, per cui si ritiene sia giusto che io ti uccida perché tu sei il cattivo e io sono il buono… Non può funzionare così, non va bene! Ma è difficile far passare questa idea: l’americano medio si beve quello che sente dire in televisione, sono veramente pochi quelli che riescono a riflettere e a capire dove stiamo andando». Va detto che uno come Oliver Stone sembra sapere bene dove stiamo andando: «I sistemi dittatoriali, i fascismi, possono rinascere e oggi abbiamo una nuova forma di tirannia, basata sui sistemi di sorveglianza che permettono molto facilmente di spaventare le persone, di manipolare i loro sentimenti e evocare le loro paure. Esattamente quello che Noham Chomsky aveva predetto con La fabbrica del consenso…». E se il guerriero Oliver Stone dice di essere un po’ stanco (magari solo perché è in vacanza…), ciò non significa che la lotta non debba andare avanti: «Credo che sia bello anche ammettere che forse questa lotta non può continuare a essere mia e che è arrivato il momento di passare il testimone a qualcun altro che porti avanti una battaglia che non è per nulla finita». Successori cercasi.