Animotion – Neorealismo animato, Linda e il pollo di Chiara Malta et Sébastien Laudenbach

Dopo decadi in cui l’animazione, a seguito della storica svolta digitale, si è sempre più piegata su stessa cercando di lavorare minuziosamente con l’obiettivo di inseguire e agguantare un fotorealismo a tratti spaventosamente tecnologico (si vedano i casi dei film animati di Zemeckis, Avatar o i lavori sulla pelle, i tessuti e i liquidi perpetuati da Pixar lungo la sua carriera), stiamo vivendo ora una sorta di procedimento inverso, un atto di ribellione al canone in cui torna a esplodere a gran voce la voglia di lavorare in maniera più snella, artigianale, calda. Non è quindi un caso che Linda e il pollo parli proprio di ribelli. Pensateci: Linda si ribella a sua mamma; il film è ambientato in un giorno di ribellione condotta trasversalmente da un’intera città (c’è lo sciopero generale che coinvolge moltissimi settori professionali differenti); il pollo del titolo, va da sé, si ribella alla cattura per non fare una brutta fine; il nuovo agente di polizia si ribella alla “vecchia scuola” presentandosi in maniera più umana e meno formale etc. Eppure, il più interessante e riuscito atto di ribellione che il film porta in scena è quello legato alla sua produzione. Chiara Malta e Sébastien Laudenbach optano infatti per uno stile semplice, grezzo, spontaneo. Non c’è nessuna ricerca formale in Linda e il pollo, tutto parla la lingua dell’immediatezza. Il tratto è quasi infantile e si lavora moltissimo su forme e colori per connotare i personaggi e le loro azioni. La magia, però, riguarda la resa più unica che rara che la pellicola riesce a esprimere. Bastano pochi minuti per venire risucchiati dal racconto, per calarsi completamente nel mood del film e credere a tutto quello che ci viene proposto. È un’opera immersiva Linda e il pollo, una pellicola quasi realista, in cui riusciamo a empatizzare e immedesimarci senza fatica con quello che accade.

 

 
Questo esito lo si deve al lavoro certosino. finalizzato proprio a una sorta di azzeramento del filtro dell’incredulità dagli echi neorealisti, che i due registi hanno adoperato durante la lavorazione. Da una parte si sono concentrati sulle scenografie e sui fondali, molto dettagliati ed evocativi, che aiutano l’occhio del pubblico a calarsi nel tessuto del racconto; dall’altra hanno dato grande importanza all’apparato sonoro. Prima di essere disegnato e animato, Linda e il pollo è stato infatti “recitato”. Con una troupe, si sono svolte delle riprese dal vero unicamente incentrate a catturare suoni e dialoghi in presa diretta, di modo che risultassero il più naturali e spontanei possibile. Una volta editata la traccia, a quel punto si è proceduto a “rivestirla” con i disegni. Umanità e ribellione, si diceva…