Nella pacata provincia americana, terreno di coltura di innumerevoli mali che proprio in quei luoghi afflitti da una insanabile marginalità sembrano allignare con effetti incontrollati, ancora una storia di crescita che si consuma in quella sottile linea d’ombra, secondo l’intuizione di Conrad, che ancora una volta in questa storia da terzo millennio coglie nel segno e regola le sorti della sua giovane protagonista. Ciò che più colpisce nel bel film della giovane ed esordiente regista americana Jamie Dack, premiata al Sundance proprio con questo suo primo lungometraggio, è il sottofondo quasi silenzioso dentro il quale si sviluppa la storia della poco più che adolescente Lea, la protagonista. La vicenda trascina la ragazza in una spirale generata dalla dipendenza amorosa e dalla tirannia che si sviluppa nella coppia nell’eterno rapporto tra dominato e dominante, caratterizzata da un crescente rumore che con progressivo, oltre che impetuoso, procedere travolge la sua vita e la sua gioventù.
Palm Trees and Power Lines, che è il trattamento esteso dell’omonimo cortometraggio della stessa Dack, sembra uscito dalla penna di un narratore freddo e spietato, come ad esempio il primo Bret Easton Ellis. La storia del film – che, presentato nella sezione principale, resta sicuramente uno dei più disarmanti dell’intero Festival di Torino – si riavvolge, infatti, dentro una provincia senza sbocchi, asfittica nella sua dimensione umana e caratterizzata da una sotterranea violenza dei rapporti. La giovane Lea, figlia di una madre single non particolarmente attenta alla vita della figlia diciassettenne, in attesa della riapertura delle scuole vive gli ultimi scampoli d’estate nel nullafacente corso della sua giornata, tra bevute con i coetanei e segreti da svelare che diventano subito oggetto di nuovo pettegolezzo. Lea conosce Tom che ha il doppio della sua età. La vita di Tom è invisibile, ha oscuri traffici e le racconta di avere un’attività edile, ma nulla lo conferma. Lea si innamora delle attenzioni di Tom e lui, cogliendo la disponibilità e l’avvenente gioventù della sua giovanissima compagna trova l’occasione per speculare sul desiderio sessuale di anziani uomini. Lea è sempre più dipendente da questo rapporto e il modo migliore è quello di abbandonarsi agli eventi.
La freschezza di Lea è tutta nel giovane ed espressivo volto di Lily McInerny, mentre la noia che domina la provincia americana è tutta nel titolo che racconta di palme e linee elettriche. È nello sviluppo di questi due ingredienti dentro il quale trova nutrimento ogni perversione, compresa quella dell’ambiguo Tom, che il racconto della regista americana sa trovare la sua migliore forma d’espressione. Derivato da un lavoro di introspezione di tutto rispetto, che sembra trovare approdo nei primi piani della giovane protagonista, il film è al contempo melodramma quasi adolescenziale attento ai tratti psicologici della giovane Lea e ritratto, ancora una volta, senza scampo di una generazione priva i punti di riferimento e quindi smarrita e indifesa. Palm Trees and Power Lines con la sua solida sceneggiatura e lo stile prosciugato da ogni inutile banalità, sa andare al cuore di quel tema eterno che è la perdita dell’innocenza, che è, in altre parole, il sentirsi traditi dal mondo. Lea supera con amarezza e dolore quella linea d’ombra che la separa dalla sua vita precedente e d’ora in poi dovrà accettare, nello statuto amoroso che Tom le impone, le regole di una disciplinata immoralità, una trasgressione che è il prezzo da pagare per vivere quella dipendenza che l’ambiguo compagno ha saputo creare in quel divario d’esperienza e di antica navigazione. Jamie Dack accompagna il suo giovane personaggio in questa progressiva discesa in un inferno quotidiano e l’affida a un amore che è già malato. Sa riflettere con eleganza e sapienza su una certa inguaribile psicologia femminile con la quale si sacrifica tutto, ogni speranza e ogni progetto in nome di un amore che si figura eterno. Lea nell’ultima immagine, illuminata da un banale tramonto, abbandona i suoi panni di adolescente innocente e come un nuovo Pinocchio desidera diventare definitivamente adulta.