Venezia 2018: curiosità e trame dei 21 film in concorso

Chi vincerà il Leone d’Oro di Venezia 2018 lo scopriremo l’8 settembre, alla fine di 10 giorni di gara. Cosa preferirà la giuria guidata dal vincitore del Leone d’Oro in carica Guillermo del Toro? Piacerà di più il West dei fratelli Coen o quello del francese in trasferta Jacques Audiard? E il French Touch di Olivier Assayas che dicono sia tornato in splendida forma riuscirà a battere la Capri utopistica di Mario Martone? Lo scopriremo solo vedendo. Nel senso di vedere i film, tutti e 21 quelli in gara a Venezia 2018. I temi di quest’anno? L’arte, il ritorno della storia, i film western e di guerra (quella dentro agli uomini e quella che li circonda) e le commedie, i thriller e perfino i musical, quelli storici. Insomma, tutti diversi… Accuminati solo, a quanto pare, dalla lunghezza (non si scende sotto le due ore piene…). Ma anche tanto mondo di oggi raccontato da tutte le latitudini e longitudini… C’è un Willem Dafoe che sembra davvero Van Gogh e una regista donna, l’unica in gara, che a quanto pare ha firmato la mezz’ora più violenta di tutto il festival. Ma eccoli tutti i film in concorso per il Leone d’Oro di Venezia 2018: titoli, cast, trame, curiosità. In ordine di calendario.

Ryan Gosling in First Man

 

MERCOLEDì 29 AGOSTO

FIRST MAN di Damien Chazelle, con Ryan Gosling, Claire Foy e Jason Clarke (USA). Rieccola, la coppia di La La Land: Damien Chazelle e Ryan Gosling riaprono il festival, ancora in gara e già prenotano l’Oscar… La storia è quella, a quanto pare più dark che luminosa, di Neil Armstrong, il primo uomo a mettere piede sulla Luna. Più che raccontare cosa successe lassù, scopriamo cosa accadde negli anni precedenti, nel tinello della sua cucina, con la moglie e il figlio… Al posto di Emma Stone, c’è Claire Foy (da The Crown a nuova Lisbeth Salander). Tecnologia contro famiglia.

 

GIOVEDì 30 AGOSTO

THE MOUNTAIN di Rick Alverson, con Jeff Goldblum e Tye Sheridan (USA). È il film che il Direttore artistico del festival Alberto Barbera raccomanda. Si dice che Goldblum abbia già in tasca il Premio come Miglior attore: il ruolo è quello del medico che eseguì la lobotomia su Rosemary Kennedy, la sorella di JFK. Anni dopo, nel 1954 un ragazzo lo raggiunge e con lui affronta una strana richiesta…

ROMA di Alfonso Cuaron (Messico). Il primo film Netflix di Venezia 2018 è un diario/lessico famigliare in cui il regista di Gravity torna al suo passato. La Città del Messico in cui negli Anni 60/70 era un ragazzino è in bianco e nero, Roma è il nome del quartiere, non ci sono star hollywoodiane ma attori bravissimi locali. Per raccontarsi (quanto è vero e quanto è fiction e quanto è sogno?) il regista/sceneggiatore ci ha messo 5 anni. Ma se fosse davvero così bello, come si comporterà allora l’amico del Toro?

THE FAVOURITE di Yorgos Lanthimos, con Emma Stone, Rachel Weisz e Olivia Colman (Gran Bretagna). Inghilterra, inizio Settecneto. Tra palazzi reali popolati da animali scorrazzanti (è vero, le cronache d’epoca li descrivono proprio così), la Regina Anna si divide tra la sua follia e gli intrighi delle sue ‘cortigiane’, che più che altro vogliono dimostrare di avere carattere. Più come donne che come preferite. Il regista è il greco più ricercato del momento, lo stesso di The Lobster (già girato anche in Gran Bretagna, già con Rachel Weisz).

Alfonso Cuaron sul set di Roma

 

VENERDì 31 AGOSTO

DOUBLE VIES di Olivier Assayas, con Juliette Binoche, Guillaume Canet (Francia). Equivoci e conflitti, coppie in crisi, intellettuali alle prese con il mondo che cambia e la rivoluzione digitale. Ha senso scrivere ancora una storia d’amore? E pubblicarla? Lui dice no. La moglie dice sì… E se un francese tornasse a vincere il Leone d’Oro e quel francese fosse Olivier Assayas tornato ai livelli dei tempi d’oro di Sils Maria? Anche lì c’era Juliette Binoche: che sia il suo portafortuna?

THE BALLAD OF BUSTER SCRUGGS di Joel ed Ethan Coen, con Tim Blake Nelson, James Franco, Liam Neeson e Tom Waits (USA). Più che un film western, una riflessione su cosa ce ne facciamo oggi del vecchio west… Originariamente nato per la tv, sono 6 episodi folli come tutti i film dei fratelli Coen, legati da un cowboy canterino. Occhio all’ultimo, quello con la diligenza piena e diretta non si capisce dove… I fratelli tornano a Venezia, dieci anni dopo Burn After Reading.

 

SABATO 1 SETTEMBRE

PETERLOO di Mike Leigh, con Rory Kinnear, Maxine Peake (Gran Bretagna). Back to Manchester, 16 agosto 1819. Il popolo chiede un po’ di pane, la riforma economica e il diritto di voto. La cavalleria carica: 15 mortii, 700 feriti, il massacro di Peterloo (la folla era riunita a St Peter’s Field) e la nascita del quotidiano militante più famoso del mondo , il Guardian (quello che ha scritto che Venezia 2018 è la miglior mostra degli ultimi anni).

SUSPIRIA di Luca Guadagnino, con Dakota Johnson, Tilda Swinton, Chloe Grace Moretz (Italia). Nel 1977 Dario Argento firmò l’originale, oggi il regista Oscar di Chiamami col tuo nome ne fa il remake: salteremo sempre sulla sedia dalla paura? Siamo sempre in Germania negli anni 70, l’aspirante ballerina è la stessa, la scuola di danza che si rivela ben altro anche… Le prime scene hanno fatto rivoltare (letteralmente) lo stomaco agli americani. Guadagnino chiama le sue fedelissime Tilda & Dakota e le affianca alla protagonista dell’originale, Jessica Harper.

FRERES ENNEMIS di David Oelhoffen, con Matthias Schoenaerts e Reda Kateb (Francia). Un po’ come raccontava la Hollywood classica (e anche Martin Scorsese) se nasci in certi quartieri, o finisci col fare il poliziotto (o il prete) o diventi un gangster. Idem a Parigi, con due amici da ragazzini che, cresciuti, finiscono uno da una parte e l’altro dall’altro della legge. Matthias Schoenarets è ormai un divo N 1…

 

DOMENICA 2 SETTEMBRE

WHAT YOU GONNA DO WHEN THE WORLD’S ON FIRE? di Roberto Minervini (ITALIA). Il secondo italiano in concorso a Venezia 2018 è un documentario, tostissimo come quelli che firma in genere questo marchigiano (è nato a Fermo) che vive negli USA da tempo. Stavolta è andato fino a New Orleans, è arrivato dove gli altri non arrivano e rocconta in bianco e nero storie di gente blackissima, quella che Donald Trump non vorrebbe più vedere…

THE SISTERS BROTHERS di Jacques Audiard, con Joaquin Phoenix, Jake Gyllenhaal, John C. Reilly e Riz Ahmed (Francia). La domanda è la stessa dei Coen: come puoi raccontare il west oggi? Qui in più c’è un regista francese che il suo west l’ha trovato in Europa (Spagna, Romania…) e ha come protagonisti due super star hollywoodiane. Metà Ottocento, un cercatore d’oro è inseguito da due assassini (i fratelli Sisters) e un altro ‘collega’…

Willem Dafoe in At Eternity’s Gate’

 

 

LUNEDI’ 3 SETTEMBRE

SUNSET di Laszlo Nemes, con Juli Jakab e Vlad Ivanov (Ungheria). Il regista premiatissimo per Il figlio di Saul (Palma d’Oro a Cannes, Oscar) racconta di una modista nella Budapest del 1913. Mentre la guerra sta per cancellare tutto (come in Capri-Revolution) una ragazza orfana vuole riavere il negozio di cappelli dei genitori.

AT ETERNITY’S GATE di Julian Schnabel, con Willem Dafoe, Rupert Friend ed Oscar Isaac (USA). Un pittore che racconta un pittore, trasformando il suo protagonista nella copia perfetta (vedi autoritratto) e, siccome Vincent Van Gogh sta per entrare in manicomio, ci fa pure entrare nella sua testa… Potrebbe essere la vera sorpresa, il regista è lo stesso di Before Night Falls che, proprio a Venezia ma nel 2000, fece vincere la Coppa Volpi a Javier Bardem. Adesso la sfida è tra il suo Willem Dafoe e Jeff Goldblum di The Mountain.

 

MARTEDì 4 SETTEMBRE

ACUSADA di Gonzalo Tobal, con Leonardo Sbaraglia, Lali Esposito, Ines Estevez (Argentina). Legal thriller in salsa sudamericana. Una studentessa sopravvive alla morte dell’amica. Anni dopo viene accusata di quell’omicidio. La famiglia organizza un team di difesa agguerritissimo. Il caso diventa nazionale. Nuovi testimoni rivelano altre verità. E se l’accusata fosse anche colpevole?

VOX LUX di Brady Corbetr, con Natalie Portman, Jude Law, Stacy Martin (USA). La storia americana dal 1999 al 2017, in parallelo con quella di una cantante di successo. Natalie Portman è sorprendente nel look post punk… Il regista è talentuoso: ha 30 anni e ha già diretto Robert Pattinson in L’infanzia di un leader, Premio Orizzonti per la Regia e Premio Opera Prima a Venezia 2015.

OPERA SENZA AUTORE di Florian Henckel Von Donnersmack, con Tom Schilling, Paula Beer e Sebastian Koch (Germania). La storia tedesca dal Nazismo a oggi, con un giovane artista cresciuto nella Germania dell’Est che non riesce a trovare il suo (nuovo) posto. Il regista di Le vite degli altri (film bellissimo, giustamente da Oscar), dopo l’improbabile The Tourist (Johnny Depp e Angelina Jolie), è tornato a casa…

Natalie Portman in Vox Lux

 

MERCOLEDì 5 SETTEMBRE

NUESTRO TIEMPO di Carlos Reygadas, con Carlos Reygadas, Eleazar Reygadas e Natalia Lopez (Messico). Coppia alla ricerca di risposte esistenziali come Valeria Golino e Riccardo Scamarcio nel film I villeggianti di Valeria Bruni Tedeschi (Fuori concorso), il regista/attore  (lanciato da Cannes) e la moglie. interpretano se stessi che aspirano a essere una coppia libera, in una fattoria dove allevano tori da combattimento.

22 JULY di Peter Greengrass, con Anders Danielsen Lie, Jonas Strand Gravli (Norvegia). La data è quella del 22 luglio 2011, la strage dell’isola norvegese di Utoya, quando Breivik inseguì e uccise 77 ragazzi e ragazze. Il regista è lo stesso di United 93, il film che ci faceva entrare nell’unico aereo che l’11 settembre 2001 riuscì a bloccare i terroristi, ma non a salvarsi. Prepariamoci a sentirci a Utoya e a seguire poi la storia di uno dei sopravvissuti…

 

GIOVEDì 6 SETTEMBRE

THE NIGHTINGALE di Jennifer Kent, con Aisling Franciosi, Sam Claflin (Australia). Eccola, l’unica regista donna di Venezia 2018, quella per cui il festival è stato accusato di ‘machismo italiano’ dall’Hollywood Reporter. Nel senso che Jennifer è appunto l’unica donna in concorso… Tasmania 1825, una donna cerca vendetta nei confronti dell’ufficiale che le ha ucciso marito e figlio. Al suo fianco un aborigeno. L’inizio è, dicono, violentissimo. La protagonista è di origine italiana. La regista ha esordito con un horror.

CAPRI-REVOLUTION di Mario Martone, con Marianna Fontana, Reinout Scholten van Aschat, Eduardo Scarpetta e Donatella Finocchiaro (Italia). Capri, 1914. I rivoluzionari di mezza Europa si ritrovano sull’isola. La pastorella locale li guarda… Storia d’Italia, per il regista napoletano lanciato da Morte di un matematico napoletano e che a Venezia ha portato Noi credevamo e Il giovane favoloso.

 

VENERDI’ 7 SETTEMBRE

KILLING di Shinya Tsukamoto, con Sousuke Ikematsu e Yu Aoi (Giappone). Il regista a Venezia ha già vinto tantissimo. Qui la storia è affascinante. Un samurai guerriero che, nel Giappone di metà Ottocento, non vuole più fare il samurai guerriero. Non vuole più combattere. Non vuole più uccidere. Mentre intorno a lui tutti combattono e uccidono, lui vorrebbe fare il contadino… E se l’ultimo in programma fosse il film più bello di tutti? Una storia simile, sulla carta, al presidente di giuria Guillermo del Toro dovrebbe piacere tantissimo.