Venezia78 – Seppellire i miti, Old Henry di Potsy Ponciroli

Se sono dette tante sul western e soprattutto ci si rende conto, man mano che passano gli anni, di quanto un genere come quello o qualcosa di equipollente, in altre parole fondante e proficuo per ogni immaginario, manchi al cinema, che in assenze di nuove frontiere sembra volersi ripiegare rivolgendosi ad un mondo sempre più privato, limitato e domestico. Perfino le poche e coraggiose incursioni del western diventano eventi che si consumano dentro i ristretti limiti della casa, del domestico, che sa però farsi mondo. Ci pensa Potsy Panciroli con questo inatteso Old Henry, fuori concorso alla Mostra di Venezia 2021, a rinverdire, ma forse meglio seppellire definitivamente l’epopea del west. Come il Munny de Gli spietati di Clint Eastwood, Henry, dal passato oscuro che preferisce relegare dentro una vecchia cassa di legno, alleva maiali curando l’educazione del figlio dopo la morte della moglie. Accoglie Curry che è ferito e ricercato, anche se lui dice di essere uno sceriffo. Un manipolo di uomini con a capo Ketchum, che porta la stella di sceriffo, insegue Curry e soprattutto la sua borsa piena di denaro. Henry dubita di tutti e prova a mettere in salvo se stesso e il figlio. Come si vede dal breve e succinto resoconto della trama, che per altre ragioni non è opportuno raccontare fino in fondo, anche Old Henry si muove sulle tracce consolidate del western classico dove qualcuno insegue e qualcuno è inseguito, tra pistole fumanti e discorsi trasversali che sintetizzano il senso di una storia intera. Al contempo, il rispetto di questi canoni avviene all’interno di quello spazio limitato e circoscritto e Ponciroli e il suo film negano al loro e al nostro sguardo qualsiasi sconfinamento, qualsiasi prateria, ogni orizzonte immaginario che non sia lo steccato della casa di Henry o le colline che la circondano dominate dall’occhio attento del vecchio Henry e da suo figlio desideroso di imparare a sparare. D’altra parte siamo già nel secolo breve e ogni gloria sembra definitivamente seppellita, si affacciano i tempi nuovi che stritolano non solo la pace ritirata di Henry, ma ogni altra possibilità di adattamento.

 

 

“C’è un mondo nuovo là fuori che non è fatto per me”, dice più o meno Henry tra un colpo di zappa e lo squartamento di un maiale. Henry è del tutto fuori posto così come lo era Cable Hogue nel film di Peckinpah. Sono scomparsi gli eroi e restano solo i banditi e il film in questo senso è sufficientemente esplicito e lucido non tanto e non solo nel riscrivere la storia del west, ma nello scrivere il futuro del ragazzo, l’unico personaggio che è giustamente teso verso questo mondo nuovo. Sarà lui ad abbandonare la piccola e misera tenuta per raggiungere, probabilmente, la città dove già, in quegli anni si faceva il cinema. Old Henry, piccolo e prezioso oggetto da centellinare nella sua scansione temporale dei fatti, nella sua lucida ricostruzione dei tempi, nella sua malinconica e definitiva parabola che si consuma nella sintesi dei canonici novanta minuti, è un altro film tombale sul genere, dove la precisione di Henry, che nella scientificità del suo agire geometrico sembra ripetere le gesta di David in Cane di paglia sempre dell’amato Peckinpah, si accompagna alla definitività ultimativa del suo gesto, all’irripetibilità assoluta del tempo glorioso al quale appartiene, alla rinascita dell’eroe come meteora che sfuma allo sguardo e lascia la piccola felicità in chi ha avuto la fortuna di vedere.

 

 

Lo stesso regista definisce Old Henry un “microwestern” ed è vero tanto la sua storia si consuma in quel recinto che appare come un residuo di quello che fu l’orizzonte dei padri.  Ma in quel recinto, spazio dell’azione dei personaggi, sembra aprirsi tutta la storia del west, dal bandito che mette in crisi la famiglia, al segreto che Henry si porta dietro a protezione del figlio, dall’arroganza grassa dei taglieggiatori alla rivincita quasi silenziosa e inattesa dell’uomo comune. Ma è davvero un uomo comune Henry? Il cattivo Ketchum dirà ai suoi scherani: “…non ho visto nessun contadino tenere la pistola a quel modo”. Il west è fatto di miti e Old Henry con la sua malinconica trasparenza ne visita qualcuno, salvo seppellirli, forse per sempre, in quella dimora dell’eroe che chiude, dolorosamente, ad ogni altra speranza e ad una collina che occlude lo sguardo relegandolo, definitivamente, a quel minuscolo pezzo di terra che continuerà a celare per sempre il segreto del vecchio Henry.