Basterebbe anche solo mettere insieme l’incipit della prima puntata sulle note della Marcia degli Incazzati e poi Francesco Guccini che un po’ più avanti canta la sublime e surreale I fichi per rendere memorabile quel pezzo di televisione italiana datato 1976 che è Onda libera. All’epoca ovviamente fece tutto molto scandalo e contribuì non poco a rendere noto quel Roberto Benigni che sino ad allora si era agitato prevalentemente nel sottobosco dello spettacolo italiano più impegnato col personaggio del contadino Mario Cioni, disegnato su di lui da Giuseppe Bertolucci più o meno un anno prima per il monologo teatrale Cioni Mario di Gaspare fu Giulia. Sicché quando nel 1976, una domenica prima di Natale, la spregiudicata Rete 2 della Rai di Massimo Fichera (quella de L’altra domenica e di Atlas Ufo Robot, per intenderci) fa partire l’interferenza di Onda libera, la cosa è destinata inevitabilmente a lasciare il segno: l’annunciatrice ufficiale Rai viene surclassata da impertinenti flatulenze e il segnale video ben presto viene sostituito da quello di Tele Vacca (questo il titolo originale, mai passato in censura), la televisione libera dell’intraprendente contadino Cioni Mario, che trasmette tra mucche, cavalli e galline da uno studio piazzato nella stalla del vaccaro Monna (interpretato Carlo Monna). A tirare le fila del progetto, oltre a Benigni, ci sono l’inseparabile Giuseppe Bertolucci, Umberto Simonetta (umorista e scrittore svizzero-meneghino, al quale si devono certe invenzioni di Jannacci e Gaber) e Beppe Recchia. Quest’ultimo firma anche la regia ed è in quegli anni un nome non da poco, perché (prima di tracimare in Fininvest scivolando assieme a Ricci in Drive In e succedanei) era stato negli anni ’60 tra i responsabili dell’approdo televisivo di figure come Cochi e Renato, Giorgio Gaber, Franca Valeri e il Roberto Benigni di Onda libera, per l’appunto. Che è un pezzo di televisione dadaista allo stato puro, capace di far irrompere nelle case degli italiani una visione scatologica della comunicazione “diretta” e “democratica” (e soprattutto non democristiana…), in cui si celebrava e si irrideva allo stesso tempo il pauperismo delle allora nascenti televisioni libere, che solo poi sarebbero diventate “private” (si andava dalla Telebiella via cavo di Aiazzone nata nel ’72 alla Telealtomilanese, entrambe garantite da quell’Enzo Tortora che da Mamma Rai era stato cacciato prima di tornarvi, proprio grazie a Beppe Recchia, con Portrobello).
La fisicità dirompente di Benigni era ancora giovane e smascherava prevalentemente l’ipocrisia del buongusto insistendo sulla torsione surreale degli elementi e sullo scandalo dolce dei benpensanti democristiani, non troppo dissimile da quello che scatenerà di lì a poco nei benpensanti comunisti, prendendo gioiosamente in braccio Enrico Berlinguer. In Onda libera Benigni declina il tema della libertà giocandolo sul concetto di limite, inteso come valico dell’indicibile e del non mostrabile: era questo il punto focale dell’intera operazione, che recuperava ironicamente la tradizione contadina italiana sospingendola nella modernità forzata delle televisioni lombarde. Il tema della fisicità, naturalmente, si imponeva tra l’osé (come usava dire allora) della valletta che non si spogliava mai davvero (Donatella Valmaggia), la corpulenza del cameraman vaccaro Monna e la presenza di galline, mucche e cavalli, che si impongono come il segno più concreto e reale del programma (besti pensare alla scena in cui, del tutto casualmente, un cavallo urina alle spalle dell’ignaro Cioni, offrendo una performance più benignesca di Benigni stesso…). Onda libera si concluse in quattro puntate, lasciando che il contadino di Roberto Benigni si spingesse un anno dopo nei monologhi di Vita da Cioni, tre puntate finalmente trasmesse nell’ottobre del 1978, dopo esser rimaste nel cassetto della censura televisiva per un bel po’. Insomma, dalla Marcia degli incazzati all’Inno del corpo sciolto… Tutto questo materiale, già pubblicato in DVD nel 2012 da Cecchi Gori e Melampo, si può ora rivedere su RaiPlay ed è questo il motivo per cui ne riparliamo. Guardare Onda libera ai tempi del Grande Fratello o dell’Isola dei famosi può essere un’esperienza interessante…
Onda Libera su RaiPlay : https://www.raiplay.it/programmi/ondalibera
Vita da Cioni su RaiPlay : https://www.raiplay.it/programmi/benigni-vitadacioni1#