Midnight in Paris 2024 – La magica notte della cerimonia d’apertura

In ordine sparso: che serata, che lavata, che sollievo, che pelle d’oca! Partiamo dalla fine, dell’elenco, certo, ma anche della cerimonia d’apertura dei Giochi della trentatreesima olimpiade (Parigi ha detto 33 e sta bene avrebbe potuto essere un discreto attacco, sicuramente migliore di quello dell’Italia di Spalletti), largamente la migliore delle quattro che ho visto dal vivo. Quando tutto sembrava finito, con il tripode-mongolfiera che si librava come una festosa palla di fuoco, la Tour Eiffel aveva smesso di lampeggiare e l’orchestra accennava Hymne à l’amour, uno dei cavalli di battaglia di Edith Piaf, ecco risuonare la sua voce: Le ciel bleu sur nous peut s’effondrer… Miracoli della tecnologia, ho pensato ammirato, prima ancora di sorridere della coincidenza per cui intorno a mezzogiorno, visitando il cimitero di Père-Lachaise, mi ero soffermato davanti alla tomba del Passerotto. Poi ho alzato la sguardo verso il maxischermo e ho visto Céline Dion che cantava al primo piano della torre simbolo di Parigi. E poi ancora ho assistito a un fatto straordinario. Le tantissime persone che, bagnate come pulcini, stavano lasciando le tribune del Trocadero, dove erano arrivate cinque, sei, anche sette ore prima e fra queste diversi colleghi con i minuti contati per trasmettere i pezzi, si sono fermate, come ipnotizzate dalla voce e dall’interpretazione della cantante del Québec. Un’esecuzione da pelle d’oca, la miglior conclusione di una serata tanto attesa quanto temuta, che ha assunto con il passare dei minuti i contorni di una festa.

 

 
Una festa che si è animata quando i primi battelli, o motoscafi – il mezzo dipendeva dal numero degli atleti che componevano le rappresentative nazionali – hanno attraccato nei pressi del Trocadero e i più temerari, o i più coinvolti, o semplicemente quelli più lontani dalle gare, hanno cominciato ad occupare gli spazi sotto le tribune, incuranti della pioggia battente e desiderosi di godersi fino alla fine quella giornata indimenticabile che il loro entusiasmo ha contribuito a rendere tale anche per gli spettatori. Pronti a ballare non appena venivano proposti brani ritmati, sempre con il telefonino in mano a fotografare o filmare il pubblico, loro stessi, gli altri atleti, lo scenario incantevole (ma a loro non si scarica mai?), con quel continuo mescolarsi hanno offerto un’immagine di letizia proprio nella circostanza in cui nelle cerimonie tradizionali – intruppati come soldatini e costretti all’immobilità all’interno dell’ovale della pista, aspettando che anche le altre rappresentative raggiungessero lo spazio loro assegnato –  gli spettatori, oltre ai diretti interessati, vivevano la parte più noiosa della cerimonia. Per quanto lunga quasi quattro ore e bersagliata dalla pioggia, non ha mai perso d’interesse, anche grazie a un’eccellente regia, che ha sapientemente mescolato la diretta al materiale registrato in precedenza, peraltro immediatamente riconoscibile per i cieli azzurri… Il filo conduttore di questi inserti è stata la fiaccola, inizialmente nelle mani di uno sbalordito tedoforo che entrava in uno stadio completamente vuoto, per poi venire avvicinato da Zidane, in seguito protagonista anche dal vivo, il quale a sua volta lasciava la fiaccola a tre ragazzini, cui subentrava un uomo senza volto. Inserti che si alternavano con i primi piani delle barche che man mano salpavano: al solito la Grecia per prima, poi la rappresentativa dei Rifugiati, quindi le nazioni secondo l’ordine alfabetico francese, con i padroni di casa a concludere la parata, preceduti da USA e Australia, i prossimi due stati ad ospitare i Giochi estivi, Los Angeles tra quattro anni e Brisbane nel 1932. Lungo la Senna, balletti più o meno originali ed esibizioni canore, la prima delle quali affidata a Lady Gaga.

 


 
Originale anche la scelta dei tedofori: se infatti gli ultimi due erano francesi, Marie Josè Perec, oro nei 400 piani a Barcellona e Atlanta, dove ha vinto anche i 200, e il judoka Terry Riner, cinque medaglie olimpiche e tuttora in attività, in precedenza la fiaccola era stata affidata a Nadal, Serena Williams, Nadia Comaneci e Carl Lewis. Infine il sollievo: la cerimonia non è stata turbata da nessun episodio criminale, nonostante i diversi allarmi dei giorni scorsi e i sabotaggi alla linea TGV della notte tra giovedì e venerdì. Chiunque fossero i potenziali terroristi, un risultato l’hanno comunque ottenuto,  appiedando centinaia di migliaia di parigini e trasformando il centro in una landa desolata, con transenne e poliziotti ovunque, stazioni delle linee metropolitane chiuse, così come lo spazio aereo sopra la città. Impossibile calcolare i costi diretti e indiretti di tanto spiegamento di forze, così come era impossibile agire diversamente. La sensazione è che la gente abbia capito: eravamo in tanti intorno a mezzanotte sotto il diluvio a cercare di raggiungere una stazione aperta o una strada dove potesse circolare un taxi e nessuno sembrava lamentarsi. Ma non so come si dice in francese piove governo ladro.