Al Museo MAN di Nuoro c’è la leggenda: ODESSA STEPS. La Scalinata Potëmkin fra cinema e architettura

Il Museo MAN di Nuoro propone (fino al 25 giugno) una mostra dedicata alla storia e al mito della scalinata di Odessa, rinominata dalla cultura popolare la “Scalinata Potëmkin” in seguito alla fortuna del celeberrimo film di Sergej Michajlovič Ėjzenštejn, La corazzata Potëmkin (1925). ODESSA STEPS. La Scalinata Potëmkin fra cinema e architettura a cura di Giovanni Francesco Tuzzolino e Federico Crimi, con il contributo di Paolo De Marco, in collaborazione con Polo Territoriale Universitario di Agrigento Università degli Studi di Palermo, National University Lviv Polytechnic e Archivio dello Stato della Regione di Odessa, si arricchisce di un enorme significato per la collaborazione con le istituzioni culturali ucraine che hanno eccezionalmente fornito i disegni dall’Archivio di Odessa. Il progetto originario della scala, monumentale cerniera di congiunzione fra il mare e la città, fu siglato, negli anni trenta dell’Ottocento, dall’architetto Francesco Carlo Boffo (1796-1867) la cui biografia è rimasta per decenni avvolta nel mistero. Quella di Francesco Carlo Boffo è una figura di grande interesse, sia per la sperimentazione architettonica di temi legati allo spazio urbano, sia per il suo ruolo di interprete della cultura architettonica italiana, già vivissima fra Russia e Ucraina  che ha conferito alla multiculturale Odessa, crogiolo di varie culture e città cosmopolita oltre che porto franco, quell’inconfondibile volto classico tradito altresì dalla scelta di un nome greco per la città. (In apertura un’immagine tratta da La corazzata Potëmkin di Sergej Michajlovič Ėjzenštejn).

 

 

Boffo si presenta, dunque, come l’autore principale di molti spazi pubblici, di architetture rappresentative e della stessa scalinata simbolo del luogo, che congiunge la spianata del porto alla Piazza de Richelieu, lungo un asse ideale che la mostra restituirà, disegni provenienti da Odessa e planimetrie originali in prestito da istituti italiani, fra cui la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze e l’Archivio di Stato di Torino, oltre alla ricostruzione dei disegni e di un modello in scala realizzati grazie alla collaborazione con il Polo Territoriale Universitario di Agrigento dell’Università degli Studi di Palermo. Il MAN approfondisce per la prima volta l’opera dell’architetto, sottolineando l’apporto offerto nella costruzione dell’identità architettonica e urbana di Odessa, insieme all’affascinante vicenda umana e artistica sospesa fra la leggenda dei suoi natali in Sardegna e le reali origini svizzero ticinesi. Ovviamente la storia di Boffo e della “sua” scalinata non poteva non intrecciare quella di una pellicola che ha reso universalmente noto questo panorama agli occhi del pubblico del Novecento, trasformando un capolavoro dell’architettura dell’Ottocento in un’icona del grande schermo, complice l’immortale montaggio della famosa sequenza di Ėjzenštejn, scolpita nell’immaginario collettivo occidentale.

 

Rufim Gavrilovič Sudkovskij, Odessa Pieri, 1885, olio su tela, Kunstimuuseum di Tallin

 

Nel catalogo  Roberto Nepoti  nota: «È un segno indiscutibile di iconicità il fatto che la sequenza sia in assoluto la più citata di tutta la storia del cinema, sia in forma di omaggio sia in forma di parodia, da parte di innumerevoli emuli del maestro russo. Tanto che, alla fine degli anni Novanta, il noto critico Roger Ebert scrisse: “… il famoso massacro sulla scalinata di Odessa è così citato, che è probabile che molti spettatori abbiano visto la parodia prima dell’originale”». Ad arricchire la mostra tocca a due dipinti romantici di notevole valore e qualità, una marina in tempesta di Ivan Konstantinovič Ajvazovskij del 1897, concessa dal Museo Nazionale di Varsavia, e un grande porto di Odessa di Rufim Gavrilovitš Sudkovski del 1885, in arrivo dal Kunstimuseum di Tallin, in Estonia. Curiosa la presenza di alcuni rari ex voto con scene di brigantini sardi nella baia di Odessa, prima e durante la guerra di Crimea.
Architettura e cinema si alternano lungo tutto il percorso, ora affondando nell’analisi costruttiva della scalinata, ora passando in rassegna i fotogrammi di un film che ha fatto scuola e che esalta, nelle sue stesse riprese, i dettagli formali della scenografica rampa. Panorami d’epoca e nuove vedute duettano con le soluzioni geniali della regia di Ėjzenštejn al centro della video installazione che ne racconta la genesi.

 

Mappa di Odessa (1850)