A Star Is Born comincia con questo dialogo. Ally/Lady Gaga: “A loro piaceva il modo in cui suonavo. Ma non il mio aspetto”. Jackson/Bradley Cooper: “Per me sei bellissima”. A Venezia Lady Gaga ripeteva che si sentiva una debuttante anche se in tv ha fatto American Horror Story: “Questo è Il mio primo film” ha rpetuto in più occasioni. In A Star Is Born il gioco tra lui e lei, all’inizio è sulle sopracciglia. Che lui toglie a lei. Che lei poi metterà a lui. Sopracciglia finte. Lui è un divo in fase calante, lei è già una star: “Ally, anche prima di diventare la star che diventerà è già una stella, lo è dentro”, dice Bradley Copper del personaggio di lei. E aggiunge:”La cosa più bella, sul set, è che ogni giorno avevamo un concerto di Lady Gaga solo per noi. Ma vi rendete conto: una che ha cantato al Super Bowl”. Questa, diretta e interpretato da Bradley Cooper, è la terza versione della storia dell’artista decaduto e della giovane di talento che lo aiuta a riscoprire la vita e l’amore. Prima di Lady Gaga, a interpretare il personaggio di lei sono state Judy Garland e Barbra Streisand.
Il primo incontro
La prima volta che ci siamo incontrati, Bradley è apparso sulle scale di casa mia con il cotone e lo struccante in mano. ‘Ti voglio nuda. Niente trucco sul tuo volto’, mi ha detto. E così è stato… Mi ha dato libertà, ma nello stesso tempo fatto sentire vulnerabile. Ho sempre saputo che volevo fare l’artista e che sarei riuscita a farcela alla mia maniera. Ho preso lezioni di danza, suonato il pianoforte. Sapevo di essere preparata a tutto. A 19 anni sapevo che sarei diventata Lady Gaga. Stavolta c’è il fatto che per la prima volta dovevo recitare in un film dall’inizio alla fine: ero spaventata. Però è come quando vai in acqua e non sai nuotare: se vicino a te c’è uno che sa farlo più che bene, ti passa la paura e impari da lui.
Tutti siamo stelle
Molti mi chiedono s A Star Is Born potrebbe essere letta come la storia di una ragazza chiamata Stefani Joanne Angelina Germanotta. Ad essere sincera non saprei, o forse sì, ma solo perché tutti siamo delle potenziali stelle. Abbiamo filmato tutto live. A Coachella, A Glanstbury. I grandi concerti. Perfino agli Emmy…Quello che ho imparato da Bradley è che bisogna sempre seguire la propria visione artistica, senza cercare di assecondare il gusto degli altri. A volte come artista mi faccio troppe domande, mi chiedo: ‘Sto spingendo troppo?’. Ma ora il mio modo di lavorare è cambiato.
Non voglio essere sexy
Non ho mai voluto essere sexy come le altre ragazze. Neppure quando ho cominciato. Sapevo che volevo essere me stessa e basta. Facevo di tutto, ancora un po’ e giravo col pianoforte da un bar all’altro. A un certo punto certi produttori mi proposero di vendere le mie canzoni ad altre colleghe: più belle e più sexy di me…Io che non ero né bella né sexy come le altre e non volevo diventarlo dicevo di no. Le canzoni erano mie e le avrei cantate solo io, col look e il trucco che decidevo io.