La vita come un concerto rock

ricki-and-the-flash-5All’inizio può sembrare triste, quasi nostalgica, la storia di Ricki Randazzo, front woman non più giovane di una rock band che si esibisce la sera in un locale semivuoto. Di sera Ricki suona e canta, la voce graffiante e i gesti ormai noti, offre tutta se stessa a suoi spettatori, ma di giorno fa la cassiera in un supermercato di prototti bologici, e deve essere sorridente sempre con tutti i clienti. Campo e controcampo di un personaggio e di una vicenda che, a ben vedere, hanno ben più di un lato da mostrare. Jonathan Demme ci offre campi e controcampi continui in questo suo nuovo film Dove eravamo rimasti, che sembra iniziare là dove finiva Rachel sta per sposarsi, facendo propria l’idea di un cinema semplicemente immerso nelle cose, con la camera a mano che si insinua in profondità e segue con i suoi movimenti gesti e umori e cenni invisibili dei volti. Come fosse un filmino famigliare in cui restano impresse storie famigliari. E non ci si aspetti scene madri o drammi sontuosi, perché ciò che qui si vuole fare è l’opposto: mostrare la normalità intrinseca in ogni tipo di dinamica. A farlo è brava più che mai Meryl Streep, nel suo ritratto di donna che ha accettato talmente a fondo i rischi e i fallimenti delle sue scelte, da aver acquistato quella saggia leggerezza che dimostra in ogni occasione. Ha rischiato la famiglia per seguire il suo sogno musicale e ha perso marito, figli, casa, benessere, senza, tuttavia, perdere se stessa. Nel suo sgangherato quotidiano è riuscita a trovare l’ironia necessaria per superare gli ostacoli e ne fa ampio uso quando si riavvicina ai figli. I suoi numerosi primi piani sono la dimostrazione del metodo di lavoro di Demme, che segue i personaggi agilmente e, così facendo, li inserisce nel loro ambiente, sottolineando prossimità e distanze con tocchi articolati e poche parole.

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E così, ci si accorge che non c’è quasi nulla di triste o nostalgico. Semplicemente si procede seguendo una sorta d’improvvisazione. Nelle mani di Demme il cinema sembra sempre cosa facile e sincera. E l’azzeramento degli stratagemmi narrativi del cinema diventa la necessaria scelta di messa in scena. Eppure non sta tutto sulla superficie delle immagini. La profondità è un invito, in questo film, ad andare oltre, a vedere/sapere di più dentro le ragioni di ogni gesto. Si scoprono verità insolite nei personaggi raccontati in Dove eravamo rimasti, conn_1430967622essioni, ma anche contraddizioni insite in ognuno, a partire dalla musica, che in Demme è quasi sempre legata alla politica. Ricki Randazzo è una ribelle del rock, ma ha votato due volte per Bush, ha fatto scelte controcorrente e anticonvenzionali, ma porta la bandiera degli Stati Uniti tatuata sulla schiena e canta a gran voce le canzoni di Bruce Springsteen. Si contrappone all’ambiente conformista, democratico e borghese dell’ex marito e dei suoi figli, ma non c’è nulla che spinga ad innalzare barriere tra bene e male, buoni o cattivi. Le cose non sono come appaiono, ma possono scorrere altalenanti come in un concerto rock, sembra volerci dire Demme.