Per amor vostro: istinto poetico e sperimentazione antica

per_amor_vostro_valeria_golino(2)-kj6h--640x360@corrieremezzogiorno-web-mezzogiorno_320x180Film d’amore, magmatico e difforme, perfettamente coerente con un percorso d’autore che vede Gaudino proseguire la linea genealogica di un cinema italiano interrotto nella sua ricerca dall’ossessione del docile narrare. Per amor vostro è un atto di fede nella pulsionalità di un filmare che discende dall’istinto poetico di una verità interiore confluita in una sperimentazione antica. Ha ragione chi dice che lo guardi e pensi a Cabiria. E poi transiti letteralmente attraverso l’intera storia del cinema italiano, da Rossellini a Matarazzo a Fellini, alla stagione delle sperimentazioni (Schifano, Baruchello, Bacigalupo…). Scritto come fosse una variabile incerta, il personaggio di Anna è una sorta di catalizzatore di prigionie e libertà, annaspa nel suo volatile e indefinito amore per la vita, nelle reiterate fughe in avanti, sbilanciata sulla realtà oppressiva di cui è prigioniera tanto quanto sul sogno di immaginare quella realtà diversa.

Per amor vostro di Beppe Gaudino

 

Napoli è il cono d’ombra e di luce in cui si muove, quasi nascosta nella sua anima, trovata da Gaudino nel guscio vuoto di rancore del condominio in cui la protagonista vive con la famiglia, nella occlusiva affettività della casa dove combatte col marito e gioca con le due figlie adolescenti e il figlio sordomuto, nella aerea libertà del terrazzo su cui si giocano i drammi, oppure negli scorci periferici un po’ selvaggi, nei dirupi sul mare, nelle solfatare dove la porta il suo “sceicco bianco”, la star da soap opera interpretata da Adriano Giannini che la seduce e la sbilancia… La luce d’ombra che le appartiene è quella che si oscura nel cielo luminoso e nuvoloso che si addensa sul mare visto per immaginazione attraverso la finestra. La parabola di Anna è un percorso che attraversa la sua presa di coscienza della realtà in cui vive bendata, senza vedere l’ombra che grava sul marito usuraio che la sfrutta, senza dare ascolto alle voci che le parlano da fuori e da dentro per dirle ciò che accade attorno, piegandosi ai sacrifici di madre e di donna che accetta l’umiliazione quotidiana. Il suo destino è quello della libertà e della prigionia cui la piega lo stesso Gaudino, stringendo la performance di Valeria Golino in una tessitura che sta tra la viscerale sensibilità della sua prestazione d’attrice e l’ordino figurativo e grafico che le cuce addosso, le animazioni, le soggettive ardite, la fluidità di una focalizzazione che mescola i livelli e spiazza ogni equilibrio tradizionale del narrare. Per amor vostro è scritto sulle distorsioni visive, sul magma cromatico del prologo cantato dagli Epsilon Indi, tanto quanto sul bianco e nero slavato nei colori che qua e là emergono dal grigio quotidiano, negli strappi delle elaborazioni visive digi22381-clip-1-per-amor-vostrotali, delle animazioni che discendono direttamente dalla stagione di Aldis, delle traslitterazioni emotive del frastuono di un filmare squilibrato che ha appreso in una stagione culminata in Giro di lune tra terra e mare