Il tenace percorso rock’n’roll di Still Rocking di Graziano Romani

Il titolo del nuovo disco di Graziano Romani, Still Rocking (Route 61 Music), è una dichiarazione di intenti e un ritorno alle origini. Quali? Faccio un riassunto. Romani è un cantautore rock emiliano di Casalgrande, fondatore nel 1981 dei Rocking Chairs il cui nucleo musicale – Rigo Righetti basso, Robby Pellati batteria e Mel Previte chitarra – è poi stato, a lungo, “la banda” di Ligabue. La storia dei Chairs, quattro dischi e centinaia di concerti, è in effetti durata “solo” dieci anni, al netto delle reunion live successive, un decennio però fondamentale per il rock tra la via Emilia e il West del quale Graziano è stato assoluto protagonista. Nel 1991 è cominciata la carriera solista, che l’ha portato in territori anche anomali, per un rocker, tipo la composizione di un inno dell’Inter o la collaborazione con Elio e le storie tese. Il tentativo di farne “un altro Ligabue” con un disco d’etichetta blasonata (WEA) e brani in italiano (Graziano Romani, 1990, coprodotto da Massimo Riva) non ha successo (ma il disco è bello e suonato benissimo con un po’ di elii) e da allora l’artista ha continuato un percorso quasi sempre autoprodotto, molto coerente e soprattutto parallelo.

 

Foto di Lorenzo Bart Bartolone

 

Da una parte il rock americano di stampo springsteeniano in inglese, dall’altro il lavoro filologico sulla tradizione musicale italiana della sua terra, che l’ha portato nel 2001 a registrare Storie dalla via Emilia con il suo brano in italiano forse più celebre (Augusto cantaci di noi), e in tempi recenti all’album di cover Augusto, Omaggio alla voce dei Nomadi (2020). Dopo il cantautorato italiano, con Still Rocking Graziano torna al rock’n’roll delle radici. Lo spirito (libero) è rimasto intatto ma nel frattempo sono cambiati i compagni di viaggio. Da qualche anno ha una nuova band, molto valida, con la quale continua a suonare in giro per l’Italia, minimi comuni denominatori con il passato sono Max “Grizzly” Marmiroli, qui nelle vesti anche di arrangiatore, storico sassofonista dei Chairs prima formazione, e Ermanno Labianca produttore esecutivo. Nel tempo Romani, che ha una voce prodigiosa, come performer è diventato meno ruvido e più soul, credo le nuove canzoni rispecchino questa maturità vocale e almeno un paio di brani – Land of Plenty and Sin con Max al flauto  e Pure Lovin’ sono la dimostrazione di questo pathos aumentato, diciamo così, pur nel rispetto di una composizione classica.

 

 

La fedeltà del Nostro ad uno stile che in fondo dai vecchi Chairs è cambiato poco, se non per questa educazione a una diversa intensità vocale, può essere considerato un limite. In verità le nuove canzoni di Graziano crescono col tempo, ascolto dopo ascolto, e si dimostrano più elaborate del solito; soprattutto le composizioni nuove (alle due citate aggiungo la mia preferita, Summer’s Almost Gone), mescolate a una bellissima cover di Tom Petty (No Reason to Cry) e a un paio di classici dei Rocking Chairs tra i quali mi piace citare Right for Wrong rifatta in chiave reagge. Still Rocking dice di un artista al lavoro su una poetica costante, anche in fatto di liriche, che vi invitiamo a conoscere, o a reincontrare, soprattutto dal vivo. Potete seguire il calendario dei concerti sulla pagina FB Graziano Romani.