Martin Scorsese: in Killers of the flower moon la cura dei dettagli è stata decisiva

Martin Scorsese  è tornato al festival di  Cannes 37 anni dopo aver presentato  Fuori Orario.  Killers of the flower moon segna la sua decima collaborazione con Robert De Niro e la sesta con Leonardo DiCaprio. Durante la conferenza stampa Scorsese era al centro del podio e di tutte le attenzioni della sala. Subito ha voluto ringraziare per l’accoglienza ricevuta dal film: “Ho sentito un calore e un amore straordinari. Mi ha davvero commosso”. DiCaprio ha reso merito al lavoro del regista:”Martin ha la capacità di esprimere umanità anche nei personaggi più contorti e sinistri che tu possa mai immaginare. Gli Osage ci hanno dato fiducia e averli avuti al nostro fianco per raccontare la tragedia di questo popolo ha un grande significato. Conservo momenti che non dimenticherò mai e sono molto fiero di quello che abbiamo fatto insieme cercando di raccontare questa storia al meglio delle nostre possibilità”. De Niro ha avuto difficoltà a capire le motivazioni del suo personaggio:”Non comprendo perché abbia tradito. Una parte di lui sembra sincera, ma poi rinnega i diritti degli Osage. Questa scelta  sembra venire dal fatto che in quanto bianco ha il diritto di fare qualunque cosa. Dopo l’uccisione di George Floyd è diventato chiaro che il razzismo sistemico del nostro Paese è la banalità del male da cui dobbiamo guardarci ancora per molto tempo”.

 

Rendere giustizia a un popolo

Con lo sceneggiatore, Eric Roth, abbiamo voluto raccontare la storia non dal punto di vista dell’FBI, come accade nel libro di David Grann, ma da un punto di vista più asettico: quello dell’investigazione del massacro. Ci siamo allontanati dalle atmosfere da poliziesco per insistere sull’analisi dei rapporti fra i personaggi. Dopo due anni di scrittura, Leo (DiCaprio, anche co-produttore del film, ndr)  mi ha chiesto quale fosse il cuore del film. Ci abbiamo ragionato e abbiamo pensato all’onestà come chiave interpretativa. Prima di tutto volevamo che fosse un racconto nitido  che rendesse giustizia al popolo Osage. Ho organizzato un incontro con i rappresentanti degli Osage e ho imparato molto. Ho compreso che la storia era lì, in quei personaggi come Ernest Burkhart, interpretato da DiCaprio, che può essere letto come una specie di paradigma per comprendere la strategia di tradimento degli indigeni da parte dei bianchi.

 

 

Un’esperienza totalizzante

Fin dal primo approccio sono rimasto profondamente colpito e commosso dai loro ricordi, le loro preghiere, i loro sacri rituali. Ogni volta che Standing Bear, l’attuale leader degli Osages consulente sul set, prendeva la parola, mi dava nuove direzioni e spunti di riflessione. Stavamo girando un film ma finivamo per chiederci principalmente cosa stessimo facendo sulla Terra. Più scoprivo aspetti di questo popolo, più volevo mostrarli nella pellicola. Volevo entrare in ogni dettaglio della loro filosofia d vita e renderla naturale all’interno della narrazione. Un’esperienza totalizzante che  è stata molto più che girare un film, più cose scoprivo e più cose volevo aggiungere. Per questo la cura per i dettagli è stata decisiva, ha avuto grandissima importanza come mai mi era capitato nel passato.

 

 

La preparazione

La preparazione è stato un processo lungo e difficile che in certi  momenti mi ha sopraffatto. La mia produttrice ha fatto un lavoro strepitoso in Oklahoma in modo che ogni dettaglio, compreso ciò che doveva muoversi sullo sfondo, fosse accurato e storicamente ineccepibile. Era importante curare questo aspetto perché si trattava di dare voce a un popolo sfruttato, ingannato, vilipeso.

 

Russia e Ucraina

Sono molto preoccupato dall’aggressione della Russia,  pare che non abbiamo più memoria, non ricordiamo cosa è successo durante la Seconda guerra mondiale e cosa è accaduto in Polonia. Sono preoccupato per la libertà di parola, l’Occidente ha certamente difetti, prima fra tutti il consumismo senz freni, ma mi terrorizza di quello che sta accadendo in quei Paesi perché mi ricordano sinistramente gli anni Trenta, quelli in cui il fascismo ha preso il potere.