Famiglia all’improvviso – Istruzioni non incluse: una ricetta di sicuro successo

Prendete un attore molto amato dal pubblico e inseritelo in una commedia dalle venature drammatiche. Affiancategli una figlia, riccioluta e simpatica, che non sapeva di avere ma che decide di crescere con totale dedizione. Condite il tutto con personaggi di contorno macchiettistici, ma che funzionano e avrete Famiglia all’improvviso – Istruzioni non incluse, il film diretto da Hugo Gélin – remake del messicano Instruction Not Included di Eugenio Derbez – che in Francia ha sbancato il botteghino. La storia si intuisce fin dal trailer: Samuel (Omar Sy), aitante animatore di un villaggio vacanze che le donne si contendono, si vede recapitare da Kristin (Clémence Poésy), una neonata che la ragazza sostiene essere sua figlia e di cui lei non è in grado di occuparsi. Nel tentativo di restituirla al mittente, il bellimbusto finisce per rimanere bloccato a Londra dove, dopo aver trovato un redditizio lavoro da stuntman, si assume le sue responsabilità occupandosi della piccola (che nel frattempo cresce ed è interpretata da Gloria Colston), affiancato dall’amico-datore di lavoro Bernie (Antoine Bertrand), fino a che, all’improvviso, non ricompare la madre a sconvolgere le loro abitudini.

 

Un film in cui trionfano i buoni sentimenti e in cui la political correctness si spreca: la coppia mista iniziale lascia il posto alla famiglia alternativa (i due papà), l’assunzione di responsabilità comporta una riflessione (in voce off) sul proprio passato e sulle proprie paure per poter affrontare con serenità il domani, consapevoli che la vita vale la pena di essere vissuta perché solo conta il momento presente (questo il senso del titolo originale Demain tout commence). Il cerchio si chiude. Carpe diem. Amen. Alla luce di tutto questo viene spontaneo interrogarsi sullo straordinario successo che il film ha avuto in patria (dove è uscito lo scorso 7 dicembre conquistando subito la vetta degli incassi e bissando poi il successo in Germania). Le recensioni d’Oltralpe sono nella stragrande maggioranza dei casi entusiastiche, ma più che sui meriti del film puntano sul divo Omar Sy, che davvero sembra diventato “intoccabile” (dopo il successo di Intouchables, da noi tradotto Quasi amici). Ne vengono osannate la bravura, la simpatia, il talento al punto che le poche voci dissonanti spiccano, come quella di Le Figaro che arriva a chiedersi se «mettere in discussione le scelte di carriera di Omar Sy sia diventato un crimine di lesa maestà». Agli spettatori l’ardua sentenza.