The Post: Spielberg – Hanks – Streep e la libertà di stampa

Mentre è alle prese con la post produzione di Ready Player One, il film di fantascienza sul cambiamento climatico interpretato da Mark Rylance che uscirà nelle nostre sale il prossimo marzo, Steven Spielberg ha trovato il tempo per girare The Post, film con al centro il carismatico direttore del Washington Post Benjamin C. Bradlee e il leggendario editore Katharine Graham (insieme nella foto in apertura). Durante la direzione di Bradlee, durata ventisei anni, il giornale si aggiudicò 17 Premi Pulitzer incluso il Premio per il servizio pubblico grazie allo scandalo Watergate. Il film è incentrato sulla lotta sostenuta dal giornale per poter pubblicare i Pentagon Papers, documenti fino a quel momento classificati del Dipartimento della difesa americano che presentano uno studio approfondito sulle strategie e i rapporti del governo degli Stati Uniti con il Vietnam nel periodo dal 1945 al 1967. Nel 1971, il Washington Post decise di renderli pubblici dopo che il presidente Richard Nixon e il procuratore generale John Mitchell, con un’ingiunzione della corte federale, avevano obbligato il New York Times a interrompere la pubblicazione dei documenti dopo tre puntate. Le due testate si appellarono alla Corte Suprema che giustificò la pubblicazione in base al Primo emendamento. Bradlee avrà il volto di Tom Hanks mentre Meryl Streep sarà Kay Graham. Il film uscirà il prossimo 22 dicembre negli Stati Uniti e per la prima volta vede recitare fianco a fianco Tom Hanks e Meryl Streep. Non poteva esserci occasione migliore: un film su una battaglia che, ancora oggi, rappresenta un momento fondamentale per la libertà di stampa.