L’orrore dei fatti:  L’esorcismo di Emma Schmidt – The Ritual di David Midell

È il caso di possessione demoniaca meglio documentato nella storia degli Stati Uniti. Una vicenda che divenne assai celebre, con tutto il suo contorno di colpa, fede, redenzione.  L’esorcismo di Emma Schmidt – The Ritual aggiunge questi elementi al genere: il sovrannaturale e, appunto, l’essere una storia vera. Il rito, condotto da Theophilus Riesinger, è stato raccontato nel saggio Begone Satan! del 1935 e ha influenzato la cultura popolare, ispirando opere come L’esorcista di William Friedkin che ha dato il via al filone. Nel film viene ricostruito proprio il caso a cui il cinema si è ispirato per lo sviluppo del genere. Quello di Emma Schmidt (1881-1941), americana così “tristemente famosa” da aver dovuto cambiare nome dopo che il suo caso di possessione, documentato dagli appunti di padre Joseph Steiger, divenne noto a tutti. Nel film, Steiger, sacerdote in crisi,  è interpretato da Dan Stevens. È con lui che torniamo nell’America del 1928. In un convento nelle campagne dello Iowa, vicino ad Earling, viene portata Emma Schmidt (Abigail Cowen). La giovane ha accettato di farsi ricoverare: da quando è morta sua madre, si sente “diversa” e la sua salute non è più la stessa. Nessuno dei medici che l’ha visitata è riuscito a capire il perché.

 

 

L’unico che si tenta di prendersi cura di lei è padre Theophilus Riesinger (Al Pacino), un anziano gesuita con un passato fosco. La Chiesa è infatti convinta che Emma sia posseduta da uno spirito maligno e Riesinger è un esorcista riconosciuto ed esperto. A documentare gli “incontri” tra lei e l’esorcista, facendo da testimone, c’è il giovane parroco Joseph Steiger (Dan Stevens). Il rito inizia. E continua. Giorni e giorni. Estenuante. Emma non migliora, anzi. Riesinger insiste. Le suore perdono la speranza. Il maligno adesso sembra non essere più interessato solo a Emma. La sua “presenza” si estende nel convento. Steiger osserva attonito…Il film si chiude anch’esso in convento con il preciso compito di trovare il giusto compromesso fra il reale (la pellicola si basa su persone vere e fatti accaduti, per questo in alcuni passaggi lo sguardo ha un approccio documentario) e la fiction che non può rifuggire dagli stilemi delle possessioni. Il regista ha dichiarato alla CBS che la cosa più importante, dalla quale è partito,  è stata :«assicurarmi che l’umanità di tutti questi personaggi fosse preservata. Assicurarmi che l’umanità di Emma fosse preservata, assicurarmi che i preti fossero ritratti come esseri umani reali e imperfetti. Assicurarmi che stessimo davvero dimostrando il coraggio e la forza di volontà che ci volevano da parte delle suore per permettere a questa donna posseduta dai demoni di entrare nella loro casa. Sono molto attratto dalle storie che pongono interrogativi su come vengono trattate le persone vulnerabili».