MyFrenchFilmFestival: le supereroine di Filles de joie di Fréderic Fonteyne e Anne Paulicevich

Atena, dea della guerra, Era, dea della collera, e Circe che trasforma gli uomini in porci. Hanno nomi mitologici Axelle (Sara Forestier), Dominique (Noémie Lvovsky) e Conso (Annabelle Lengronne) quando si trasformano in “donne di piacere”. Per farlo lasciano le loro vite di tutti i giorni nel nord della Francia, attraversano la frontiera e si prostituiscono in un bordello in Belgio, dove la prostituzione è tollerata. Si apre come un thriller Filles de joie diretto dalla coppia – artistica e nella vita – formata da Fréderic Fonteyne e Anne Paulicevich, anche autrice della sceneggiatura, con un cadavere che viene sepolto in un cantiere in una notte tempestosa da tre figure non meglio identificate. Nella scena successiva vediamo Axelle – separata, vive con i tre figlioletti e la madre – in auto con Dominique nel parcheggio di una zona popolare. La discussione ha toni accesi: Axelle, dopo essere passata in mezzo a un gruppo di giovani che le rivolgono battute volgari, rivela all’amica l’intenzione di andarsene prima che la figlia sia adolescente per non farla diventare «carne da macello». Dominique, che nella vita di ogni giorno fa l’infermiera, si sente subito chiamata in causa perché ha una figlia adolescente con cui è in rotta di collisione. Arriva poi Conso, sempre in ritardo, con indosso gli auricolari e vestita in modo appariscente, che sembra essere al di sopra dei commenti dei ragazzi (per tutta risposta ai commenti alza un dito medio) e anche di Axelle che le rimprovera di «vestirsi come una puttana». Tre donne molto diverse tra loro: la giovane madre single con alle spalle una separazione burrascosa e un ex marito violento (Nicolas Cazalé) che la tormenta, la madre di mezza età che si fa carico della gestione familiare avendo due figli che le chiedono soldi e un marito (Sergi López) poco intraprendente, e l’ingenua che crede che il suo ricco amante le farà cambiare vita, mentre lui la sfoggia come un animale raro («Non dimentico il compleanno della mia pantera», le dice).

 

 

Pur essendo agli antipodi (soprattutto Axelle e Conso, mentre Dominique è la più materna e accogliente) hanno creato tra di loro un cordone di solidarietà che si estende anche alle altre ragazze del bordello dove incontrano i clienti, ma soprattutto passano del tempo ridendo e scherzando, lasciandosi andare a racconti di esperienze passate e dando vita a una comunità. Ogni giorno le tre attraversano una frontiera reale e figurata, lasciando un mondo fatto di urla, discussioni e sogni per entrare in un ambiente caratterizzato da luci e atmosfere di tutt’altro tipo (grandi tende alle finestre, luci soffuse, musica, balli…). Una frontiera che è quella tra la realtà e la finzione in cui i due mondi non dovrebbero entrare in contatto, pena la collisione e la conseguente messa in discussione della loro stessa esistenza. Filles de joie cerca di proporre un ribaltamento di prospettiva mostrando donne che combattono nella vita di ogni giorno, riuscendo a non farne solo un ritratto a tinte fosche, ma stemperando con momenti di ilarità e scegliendo una cronologia non lineare con scene che ritornano e aggiungono tasselli per scoprire il mistero su cui si apre il film.

 

 

 

«È un film di supereroine», ha detto in un’intervista Fréderic Fonteyne – da sempre attento alle dinamiche che regolano i rapporti uomo-donna e che si manifestano attraverso il corpo. «Un film sulle donne e non sulla prostituzione», gli ha fatto eco Anne Paulicevich perché si tratta di donne che non scelgono di prostituirsi, ma vi sono costrette («La prostituzione costituisce per queste donne una necessità finanziaria. Nella mia esperienza, non ho incontrato nessuna che lo facesse per piacere», ha dichiarato in un’altra intervista). E proprio da un articolo che parlava di donne dalla doppia vita che quotidianamente attraversano il confine per prostituirsi nasce lo spunto da cui è partita la Paulicevich per scrivere la sceneggiatura e che l’ha portata a condurre una vera e propria ricerca sul campo attraverso interviste e tempo passato con «donne ordinarie» che diventano «creature mitologiche, vere e proprie dee».

 

L’11a edizione di MyFrenchFilmFestival è in streaming fino al 15 febbraio