Cannes78: un festival che resta nel blackout del presente

Che sia stato un Festival intriso dello spirito (amaro) dei tempi è fuor di dubbio: Cannes 78 resterà negli annali per la capacità – probabilmente più fatale che cercata– di esprimere la confusione di un mondo che si sente ad un passo da un baratro, in marcia su un campo minato con tanta disperazione nelle scarpe e in cerca di un senso di giustizia da opporre ai signori del male che ci tiranneggiano. Preso atto che – a fronte di un livello del concorso e della selezione in generale mediamente (molto) alto – qualunque palmarès sarebbe andato bene, va anche detto che i premi infine assegnati dalla Giuria di Juliette Binoche sono in questo senso paradigmatici: la Palma d’Oro a Jafar Panahi per Un simple accident, oltre a sancire la libertà ritrovata di un grande perseguitato del regime iraniano, racconta in senso immediato il dramma vissuto sulla propria carne dal popolo iraniano. Ma dice anche, in senso lato, il tormento di un’umanità che, oggi più che mai, deve fare i conti con i troppi aguzzini che la storia contemporanea lascia in circolazione, senza però dimenticare di confrontarsi con la propria coscienza.
 

 

Alla stessa maniera, il Prix du Jury ripartito tra Sirât di Oliver Laxe e The Sound of Falling di Mascha Schilinski tiene insieme due storie di famiglia opposte: da una parte la deriva disperata di una ricerca che si perde nello spazio aperto di un deserto, tra baratri e campi minati (Sirât), dall’altra l’occlusione identitaria di quattro generazioni che attraversano un secolo lasciandosi cadere nel perimetro della propria indifferenza (The Sound of Falling). Non che il Premio per la Regia a Kleber Mendonça Filho per O agente secreto cada distante dall’albero di un cinema che guarda negli occhi le colpe della Storia e del presente. Ma a prescindere dai premi, un po’ tutto il Festival di Cannes, in ogni sua sezione ufficiale o parallela, ha espresso turbamenti e turbolenze della nostra realtà, lasciando da parte le tensioni autoriali forti (a parte i soliti Wes Anderson, i Dardenne, i Bi Gan…) e trovando prevalentemente opere intinte in un sentimento di smarrimento, attaccate all’incostanza di una ragione che ormai sfugge. Il blackout che ha spento Nizza e Cannes nell’ultimo giorno del Festival è lo specchio oscuro opposto dalla realtà alle scena della kermesse, che è apparsa comunque meno festosa del solito, un po’ opaca, trattenuta anche qui non per scelta ma per fatalità. Sulla qualità dei film si può discutere, ci si può dividere, ma il dato di fatto che resta forte e chiaro è che a Cannes nel 2025 si sono visti quasi solo film importanti, forti, determinati e determinanti, spinti ad un passo dal baratro e pronti a guardarci dentro. Persino Mission: Impossible – The Final Reckoning, evento mediatico per eccellenza di questo festival, stava lì a ricordarcelo in tutta la sua magnificenza. (L’immagine della cover è di Massimo Causo).

 

 

I Premi di Cannes 78

Palma d’Oro
UN SIMPLE ACCIDENT di Jafar PANAHI

Grand Prix
AFFEKSJONSVERDI (VALEUR SENTIMENTALE) di Joachim TRIER

Prix du Jury (ex-æquo)
SIRÂT di Oliver LAXE
e
SOUND OF FALLING di Mascha SCHILINSKI

Prix per la Regia
Kleber MENDONÇA FILHO per O AGENTE SECRETO

Prix per la Sceneggiatura
Jean-Pierre DARDENNE & Luc DARDENNE per JEUNES MÈRES

Prix per l’Interpretazione Femminile
Nadia MELLITI in LA PETITE DERNIÈRE di Hafsia HERZI

Prix per l’Interpretazione Maschile
Wagner MOURA dans O AGENTE SECRETO réalisé par Kleber MENDONÇA FILHO

Prix Spécial
KUANG YE SHI DAI (RESURRECTION) di Bi GAN

Cortometraggi
Palma d’Oro
I’M GLAD YOU’RE DEAD NOW di Tawfeek BARHOM

Menzione spéciale
ALI di Adnan AL RAJEEV

Un Certain Regard

Prix Un Certain Regard
LA MISTERIOSA MIRADA DEL FLAMENCO (THE MYSTERIOUS GAZE OF THE FLAMINGO) di Diego CÉSPEDES

Prix du Jury
UN POETA di Simón MESA SOTO

Prix per la Regia
Arab & Tarzan NASSER per Once Upon a Time in Gaza

Miglior Attore
Frank DILLANE in Urchin di Harris Dickinson

Migliore Attrice
Cleo DIÁRA in O Riso e a Faca (Le Rire et le Couteau) di Pedro Pinho

Miglior Sceneggiatura
PILLION di Harry LIGHTON

Caméra d’or

Prix de la Caméra d’or
THE PRESIDENT’S CAKE di Hasan HADI (Quinzaine des Cinéastes)

Mention spéciale Caméra d’or
MY FATHER’S SHADOW di Akinola DAVIES JR (Un Certain Regard)