Gli ultimi sono i primi: nell’universo della resistenza umana di Aki Kaurismaki e anche nel mondo di Duels. Foglie al vento è il film più votato tra i collaboratori e gli amici della nostra testata interpellati per il tradizionale “referendum” 1×2023. Un solo film, tra tutti quelli che sono stati visti al cinema, a casa o in giro per festival: è quello che chiediamo di segnalare per tracciare una mappa netta di ciò che, alla fine dei giochi a alla fine dell’anno, resta davvero. E Aki Kaurismaki se l’è giocata sino all’ultimo con un altro grande Maestro che, nel 2023, è tornato a fare Cinema: Martin Scorsese, che con Killers of the Flower Moon ha riscritto dal basso il peccato originale della Storia americana. Poi emergono, a pari merito, le dispersioni a cielo aperto di Laura Citarella e del suo magnifico Trenque Lauquen, il faccia a faccia con il cuore oscuro della convivenza raccontato da Rodrigo Sorogoyen in As Bestas, il dialogo geometrico tra colpa e innocenza raccontato da Justine Triet in Anatomia di una caduta e Io capitano, il road movie dall’Africa all’Europa di Matteo Garrone. E poi una serie di titoli che segnano gli amori e le scoperte di chi il cinema lo guarda con passione e che raccontano della vitalità di un’arte che sta solida e determinante nella realtà. A voi il piacere della scoperta.
Buon anno a tutti: di Cinema e magari anche di equità, rispetto e pace.
Giacomo Abbruzzese
Tar di Todd Field
Luigi Abiusi
La Chimera di Alice Rohrwacher
Il filo che tiene insieme le reliquie, i sembianti di un amore, al di là dello spazio e del tempo.
Pedro Armocida
As Bestas di Rodrigo Sorogoyen
Un trattato sula violenza intrinseca e atavica dell’uomo.
Marco Bacci
Die Theorie von Allem di Timm Kroger
Alberto Barbera
Trenque Lauquen di Laura Citarella
Luca Barnabé
Foglie al vento di Aki Kaurismaki
Perché ogni singolo fotogramma è imbevuto di passato (iconografia anni Cinquanta, Sessanta, Settanta) e presente (le cronache radio dalla guerra Russia-Ucraina). Cinema muto e dialoghi fulminanti. Mambo italiano cantato in finlandese da Olavi Virta e post rock delle Maustetytöt. Puro distillato di Kaurismäki, colmo di cinema, vita e morte, amore e solitudini, scene buffe e tragedia…
Luciano Barisone
Io Capitano di Matteo Garrone
Ha saputo trasformare e sublimare con la sua messa in scena una drammatica situazione quotidiana, che la cronaca giornalistica di stampa e tv ci segnala senza sorprese.
Franco Bassini
Io Capitano di Matteo Garrone
Matteo Berardini
Spider-Man: Across the Spider-Verse di Joaquim Dos Santos, Kemp Powers, Justin K. Thompson
IA, canone e variazione, identità crossmediale e sentimento: assieme al suo opposto gemello, la Bête di Bonello, il film che più ci dice riguardo la nuova natura delle immagini, la cultura visuale di domani.
Matteo Bittanti
How to Blow up a Pipeline di Daniel Goldhaber
Pier Maria Bocchi
Ferrari di Michael Mann
Luisa Bonalumi
Foglie al vento di Aki Kaurismaki
Chiara Borroni
As Bestas di Rodrigo Sorogoyen
Giacomo Calzoni
Ferrari di Michael Mann
Gianni Canova
As bestas di Rodrigo Sorogoyen
Giulio Casadei
Do Not Expect Too Much From the End of the World di Radu Jude
Il “Due o tre cose che so di lei” del nostro tempo: la più precisa, lucida, impietosa istantanea del mondo contemporaneo.
Antonella Catena
Foglie al vento di Aki Kaurismaki
Massimo Causo
Foglie al vento di Aki Kaurismaki
Carlo Chatrian
Killers of the Flower Moon di Martin Scorsese
Federico Chiacchiari
The Bear serie creata da Christopher Storer
straordinario e forse irripetibile mix di narrazioni, e riferimenti linguistici e culturali diversi, dal free jazz a Cassavetes, passando per John Landis e la Chicago dei Blues Brothers…
Mariuccia Ciotta
The Palace di Roman Polanski
Matteo Columbo
Tar di Todd Field
Carta Blanchett sull’anima del potere al femminile, un dispositivo in chiave (di violino), rigorosamente orchestrato, lynchianamente spietato.
Enrico Danesi
Oppenheimer di Christopher Nolan
Adriano De Grandis
Pacifiction di Albert Serra
Tonino De Pace
Hokage di Shinya Tsukamoto
Steve Della Casa
Anatomia di una caduta di Justine Triet
Perché sorprende a ogni fotogramma, a ogni cambio di scena.
Davide Di Giorgio
Pacifiction di Albert Serra
Un thriller senza assassino, una spy story che dipinge scenari geopolitici possibili in un’attesa snervante che si fa estasi, fra tempi e luoghi attraversati da un Benoit Magimel personaggio centrale eppure marginale, fantasma nella sua stessa storia, viatico per un intrigo che è astrazione della visione. Un film fuori dal tempo (è del 2022, arriva in Italia nel 2023, permane fino al 2024 e oltre) ma invece attualissimo.
Andreina Di Sanzo
Do Not Expect Too Much From the End of the World di Radu Jude
Graziella Donati
Oppenheimer di Christopher Nolan
Simone Emiliani
Foglie al vento di Aki Kaurismaki
Nicola Falcinella
Io Capitano di Matteo Garrone
Beatrice Fiorentino
La Bête di Bertrand Bonello
Manuela Florio
Foglie al vento di Aki Kaurismaki
Babylon di Damien Chazelle
Sguardo puntato sulla Hollywood di cento anni fa. Disincantato, pirotecnico. Infine completamente rapito nel magico turbine della storia del cinema.
Federico Francioni
Do Not Expect Too Much from the End of the World di Radu Jude
A Bucarest sembra risuonare lo zavattiniano “giudizio universale” – la veritaaaà! Nella fine del mondo si avanza a gironi, frantumi, rappresentazioni incontrollate che scrollano; una macchina che attraversa tempo e spazio, dispositivo, cinismo e ideologia. Tutto scorre, si equivale – “occupiamoci solo del nostro lavoro”. Grande specchio di anni inafferrabili.
Aggiunta per osmosi: La Bête di Bertrand Bonello // e per omaggio senza tempo Chantrapas, “non canterà”, di Otar Iosseliani.
Marzia Gandolfi
L’Été dernier di Catherine Breillat
Giuseppe Gariazzo
The Palace di Roman Polanski
Un film geniale. Una satira spietata dell’alta società che odora in ogni immagine. Corpi-maschere in decomposizione. Una ronde/orgia dai tempi perfetti, sontuosa, esplorando ogni anfratto dell’hotel-set. Un film politico. Una Babele da far girare la testa. Tra il capolavoro vanziniano Vacanze di Natale 2000, quello di Kubrick Shining che tutto inghiotte, e altri mille rivoli immensi di storia del cinema.
Mauro Gervasini
November – I cinque giorni dopo il Bataclan di Cédric Jimenez
Raffaella Giancristofaro
Foglie al vento di Aki Kaurismaki
Federico Gironi
Trenque Lauquen di Laura Citarella
Silvio Grasselli
Dream Scenario di Kristoffer Borgli
Leonardo Gregorio
Bussano alla porta di M. Night Shyamalan
Andrea Lavagnini
Killers of the Flower Moon di Martin Scorsese
per ricordare allo spettatore che il cinema, quello nel grande formato da sala, che gioca con il racconto e con un racconto di esigenza, esiste ancora, al di lá delle mode festivaliere e degli algoritmi. E che in fondo, questo cinema, ancora fa battere il cuore.
Enrico Magrelli
Foglie al vento di Aki Kaurismaki
Quando il cinema lavora sull’essenziale e sulla purezza dell’immagine.
Luca Malavasi
Anatomia di una caduta di Justine Triet
Fabrizia Malgieri
C’è ancora domani di Paola Cortellesi
Roberto Manassero
Killers of the Flower Moon di Martin Scorsese
Scontato, ma inevitabile. Perché Scorsese, a più di 80 anni (e diversamente da altri mostri sacri che in questa stessa stagione hanno realizzato film belli ma a loro modo facili), continua a ragionare sul cinema, sulla storia, sulla natura della sua arte. Un cineasta infinito.
Anton Giulio Mancino
Disco Boy di Giacomo Abbruzzese
Emanuela Martini
Foglie al vento di Aki Kaurismaki
Commovente, cinefilo, comico, laconico, mai retorico, storia d’amore tra Sirk, Ozu, Lean e McCarey, senza una sbavatura di sceneggiatura, con fotografia e ambientazione sfolgoranti, in una città desolata dove il caso, per una volta, gioca a favore delle anime solitarie e dove l’umanità ha ancora un senso.
Massimiliano Martiradonna (Dikotomiko Cineblog)
Pietro Masciullo
Matteo Mazza
Killers of the Flower Moon di Martin Scorsese.
Un film su ciò che ci consuma, ma anche su ciò che ci tiene in vita. Cinema-fiume di immagini-acqua, in movimento, che genera e travolge.
Filippo Mazzarella
Leila e i suoi fratelli di Saeed Roustayi
Michele Menditto
Il cielo brucia di Christian Petzold
Mirco Moretti (Dikotomiko Cineblog)
Emiliano Morreale
The fire within di Werner Herzog
Lorenzo Mosna
Barbie di Greta Gerwig
Per averci fatto tornare in una sala piena di gente. Chi l’avrebbe mai detto che il vaccino post-pandemia sarebbe stato di colore rosa.
Luca Mosso
Le mura di Bergamo di Stefano Savona
Giona A. Nazzaro
Cerrar los ojos di Victor Erice
Piero Negri
Io Capitano di Matteo Garrone
Un film tutt’altro che perfetto, ma che ha il grande merito di affrontare l’unica epica possibile oggi.
Grazia Paganelli
Killers of the Flower Moon di Martin Scorsese
Cristiana Paternò
Anatomia di una caduta di Justine Triet
Federico Pedroni
Trenque Lauquen di Laura Citarella
Perché la libertà e l’anarchia narrativa sono più importanti di ogni atteggiamento di culto estetico-stilistico. Perché attraverso il ragionamento sul racconto si può arrivare a una più compiuta contemporaneità.
Alberto Pezzotta
As Bestas di Rodrigo Sorogoyen
La Chimera di Alice Rohrwacher
Angelo Ponta
Decision To Leave di Park Chan-wook
Ramona Ponzini
Nicoletta Romeo
Foglie al vento di Aki Kaurismaki
L’incontro casuale di due persone sole ci offre un raro raggio di sole in un mondo flagellato dalle guerre, dal lavoro precario e dall’alcolismo. Un film delizioso dove la denuncia sociale incontra la poesia, e ci fa sperare in un mondo migliore (forse).
Massimo Rota
Killers of the Flower Moon di Martin Scorsese
Giulio Sangiorgio
The Killer di David Fincher
Su Netflix, in televisione, un film che rompe una serie, mette in forma l’alienazione scollando l’audio (che in tv è sempre portante) dal video, la parola dal gesto, il dire dal fare, gli Smiths dai ritornelli. Adieu au langage. E risale, come fosse Farocki, Moullet o Soderbergh, all’origine della filiera produttiva. L’esecuzione, per Fincher, non è tutto. È l’errore del sistema a rivelare la logica del capitale. Il film (incompreso) dell’anno.
Mauro Santini
Music di Angela Schanelec
Carlo Michele Schirinzi
Cerrar los ojos di Victor Erice
Il cinema (s’) annulla (nel)la vita, la vita (si) spegne (nel) il cinema. Su tutto: Il terzo Reich di Romeo Castellucci (installazione audiovideo).
Samuele Sestieri
John Wick 4 di Chad Stahelski
Quando l’action movie diventa un musical a suon di piombo: vetta pirotecnica di cinema sperimentale.
Roberto Silvestri
Silvana Silvestri
Trenque Lauquen di Laura Citarella
Simone Soranna
Cerrar los ojos di Victor Erice
Non so se sia il miglior film dell’anno. Di sicuro però, resta per me l’opera più commovente del secolo
Sergio Sozzo
Spider-Man: Across the Spider-Verse di Joaquim Dos Santos, Kemp Powers, Justin K. Thompson
se è vero che la forma del cinema del futuro è quella del museo, speriamo almeno che sia un museo dell’uomo ragno!
Aldo Spiniello
Maestro di Bradley Cooper
perché è lo specchio di A Star Is Born: è sempre un’impresa fare i conti con la verità di sé stessi.
Fabrizio Tassi
Oppenheimer di Christopher Nolan
Cinema che osa. La vertigine del vuoto di cui è fatta la materia. Di un potere apocalittico fondato su menti e cuori fragili. La concretezza feroce del legal thriller, la burocrazia della menzogna istituzionalizzata. Ma anche l’astrazione mistica di un cinema che prova a sporgersi oltre il limite del visibile (è sempre affascinante osservare come ogni regista-Prometeo fallisca a modo suo).
Stefano Tevini
Adagio di Stefano Sollima
Killers of the Flower Moon di Martin Scorsese